Screening di massa, si prepara la task force. Nei fortini anti-Covid 6 operatori in 2 turni

Screening di massa, si prepara la task force. Nei fortini anti-Covid 6 operatori in 2 turni
Screening di massa, si prepara la task force. Nei fortini anti-Covid 6 operatori in 2 turni
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 6 Dicembre 2020, 04:10

ANCONA -  Sei persone a postazione per quattro fortini anti-pandemia, organizzati in due turni al giorno. Nient’altro che una bozza. Giovanni Guidi tenta di sciogliere la matassa dell’operazione “screening di massa”. Con una data che dà il fiato corto all’organizzazione: per Ancona sarà il 18 dicembre.

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Il direttore dell’Area vasta 2 fissa subito l’unità di misura della riuscita: «Conta mettere insieme la squadra, che dovrà essere importante, competente». Aggiunge un’indispensabile postilla: «Bisogna innanzitutto testare la disponibilità del Comune». 

Un riferimento chiaro, che non lascia cadere nel vuoto l’appello dell’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini. Alla vigilia della firma della delibera di giunta disse: «Chiediamo di aiutarci nelle comunicazioni ai cittadini, sulle modalità di accesso e nella logistica». Guidi ricalca, poi, i contorni suggeriti da Stefano Foresi, responsabile della Protezione civile dorica: Palaindoor, Centrale del Latte a Torrette, con un grande parcheggio, come il PalaBrasili a Collemarino e il piazzale della Marina Militare che è già “drive through”, uno dei punti gestiti dal personale dell’Azienda Sanitaria per eseguire dall’auto i tamponi naso-oro-faringei. «Tutte ipotesi condivisibili» sottoscrive. Il resto è ancora una pagina bianca. 

Sei persone, quattro fortini, due turni. E un solo traguardo: far passare almeno 70-80mila anconetani sotto la lente dei tamponi antigenici rapidi. Elementi, questi, che dovrebbero prendere forma domani durante l’incontro tecnico organizzato dall’Asur, la voce della sanità, che andrà in parallelo col direttivo regionale dell’Anci, il verbo dei Comuni, con Saltamartini in diretta online. Nell’attesa, il direttore dell’Area Vasta 2 invita a compiere uno sforzo creativo. «Immaginate il percorso - è la prima mossa che suggerisce: - arrivate in uno dei luoghi dedicati ai test, stabiliamo che siano le 13, e qualcuno dovrà essere lì, all’accettazione, a ricervi». 

È prevedibile che chi aderirà al progetto d’indagine su vasta scala si presenti all’appuntamento con autocertificazione, tessera sanitaria e documento d’identità.

Da chiarire se al checkpoint arriverà su invito del Comune o si preferirà procedere per lettere alfabetiche o per fasce d’età. «Superato lo step dell’accoglienza, c’è chi dovrà prendere in carico il cittadino che si sottopone all’analisi, poi ci sarà chi eseguirà materialmente il tampone, gli infermieri, e qualcuno che dovrà strisciarlo sul reagente. È lo stesso metodo di un test di gravidanza». Il direttore procede per gradi. «Sarà necessaria anche una figura incaricata a leggere la strisciata: un medico, un biologo o un chimico. Il risultato arriverà in 15-30 minuti e bisognerà inserirlo in un sistema informatico regionale».

Guidi si figura pure la modulazione dei turni: dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20. Se l’ingranaggio riesce a girare al ritmo d’una catena di montaggio, in 4-6 minuti si dovrebbe essere fuori. Fine della partecipazione alla prevenzione di massa, gratuita e volontaria, che mira a individuare, a tracciare e a isolare il più possibile il virus. Il direttore chiude la simulazione su strada con un’osservazione che racchiude in sé l’emergenza dei tempi. «Il nodo di tutto è il personale. Figure professionali già sotto stress da mesi». Il direttore chiude la simulazione su strada con un’osservazione che racchiude in sé l’emergenza dei tempi. «Il nodo di tutto è il personale. Figure professionali già sotto stress da mesi». Sfruttano la scia i camici bianchi di famiglia, che fanno sintesi e quadrato nella Fimmg. Giovedì riuniranno il loro direttivo regionale per dar voce alle loro perplessità. Una su tutte: Palazzo Raffaello che vorrebbe mettere in campo i medici in formazione. Il loro credo: «Hanno diritto a veder tutelato il loro percorso». Ancora nient’altro che una bozza.

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