ANCONA - Gli obiettivi primari erano le tabaccherie e le sale slot. Ma non disdegnavano neppure le abitazioni private e le aziende per accaparrarsi potenziali strumenti da scasso e le auto per compiere i furti. L’imputazione parla di 35 capi d’accusa per la gang delle spaccate finita alla sbarra davanti al giudice Corrado Ascoli e stanata all’epoca dei fatti, nell’estate del 2018, dai carabinieri di Osimo. Il processo nei confronti di quattro romeni, di età compresa tra i 24 e i 39 anni, è entrato nel vivo ieri pomeriggio con l’audizione dei primi testimoni.
La ricostruzione
I fatti sono relativi al periodo che va da gennaio ad aprile 2018.
Tre giorni dopo, però, il blitz furtivo era riuscito ai danni di un bar osimano: dalle slot machine erano spariti poco più di 4mila euro. Con un autocarro rubato ad Ascoli Piceno e di proprietà di una ditta di trasporti, la banda - questa l’accusa - il 27 febbraio del 2018 aveva colpito un bar di Monsampolo del Tronto. Il mezzo era stato utilizzato come ariete per infrangere la serranda d’ingresso. Nel bottino erano finite stecche di sigarette per 6mila euro, grattini e biglietti del trasporto urbano. La stessa notte, i banditi avevano derubato anche una tabaccheria di Monteprandone, rubando soldi e sigarette per un valore complessivo di 9mila euro.
Il 13 aprile era finita nel mirino della gang una tabaccheria di Montelupone. Qui i ladri erano arrivati a bordo di una Mercedes rubata a Osimo nei giorni precedenti e avevano fatto finire nel bottino sigarette e denaro per un valore attorno ai mille euro. I furti contestati sono avvenuti pure in un supermercato di Spinetoli (rubati 7 prosciutti), in una scuola di musica di Ascoli (via pc, tablet e cellulari) e in alcune ditte e abitazioni della Val Musone (sono sparite attrezzature da agricole e da bricolage). Alcuni componenti della gang sono già stati giudicati. Il processo è stato aggiornato. Tra i difensori, gli avvocati Jacopo Saccomani e Nello Di Sabatino.