Il primario Andrea Ranghino: «La donazione resta il gesto più nobile»

Il primario Andrea Ranghino: «La donazione resta il gesto più nobile»
Il primario Andrea Ranghino: «La donazione resta il gesto più nobile»
di Stefano Rispoli
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Giovedì 28 Dicembre 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 12:07

Dottor Andrea Ranghino, primario della Sod di Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene dell’Aou di Torrette: non c’era alcuna possibilità di effettuare il trapianto sul paziente selezionato, la sera del 23 dicembre?

 «Purtroppo no. Quando si procede ad un trapianto entrano in gioco più di 100 persone. L’organo pervenuto è stato valutato dai nostri chirurghi: non era idoneo, come comprovato dalle indagini, anche di carattere istologico, svolte a monte, per la sicurezza estrema del ricevente».

Attendere il rene giusto avrebbe richiesto troppo tempo?

«Sì. Avremmo dovuto trapiantarlo con un numero di ore di ischemia fredda troppo ampio perché si trattava di un organo marginale, prelevato da un paziente anziano e fragile. Il rene non è un organo salvavita, anche se può allungare di molto l’esistenza. Poiché si potrà eseguire il trapianto in un momento successivo, in condizioni ottimali, nostro malgrado abbiamo scelto di non effettuare l’intervento per il bene del ricevente».

Questo errore, non dipendente da Torrette, certo non mina l’efficacia e l’importanza dell’attività del programma di trapianti di rene regionale, che ha toccato numeri record.

«Concordo.

Dirigo questa Sod dal 2017 e da allora siamo saliti da 40 a quasi 60 trapianti di rene l’anno. Quest’anno abbiamo realizzato il primo trapianto renale da donatore vivente con gruppo sanguigno diverso dal ricevente. In lista d’attesa abbiamo 350 pazienti e il 40% arriva da fuori regione, a dimostrazione del fatto che siamo un punto di riferimento per il centro Italia, tant’è che dal 24° posto siamo saliti al 10° nel 2022. Anche le percentuali di sopravvivenza a un anno e a 15 anni del paziente e dell’organo trapiantato sono elevatissime».

Eppure c’è ancora troppa reticenza nelle donazioni.

«Donare organi è il gesto più nobile che si possa fare. Significa salvare altre vite. L’adesione passa anche dalla consapevolezza che gli organi vengono utilizzati nel miglior modo e che ci sarà sempre massimo rispetto della persona che dona e della sua volontà».

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