Polmonite da Covid, intubato a 41 anni. All'ospedale anche madre e due figli: Torrette rischia di esplodere

La situazione a Torrette è sempre più critica
La situazione a Torrette è sempre più critica
di Stefano Rispoli
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Venerdì 12 Febbraio 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 10:43

ANCONA - Il Covid non dà tregua, a Torrette l’emergenza sta toccando l’apice. I vertici dell’ospedale regionale, dove ieri i pazienti contagiati in cura hanno toccato quota 114, sono stati costretti a rivedere l’assetto: via libera all’attivazione di 12 posti in più di terapia subintensiva, più altri 12 opzionali, con l’ampliamento del reparto Cov-4. 

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La situazione è sempre più critica anche alla luce dell’aggravarsi delle condizioni dei pazienti.

Ieri è stato ricoverato in terapia intensiva un anconetano di 41 anni, senza particolari patologie pregresse, per il quale si è resa necessaria l’intubazione a causa di una polmonite da Covid. E al Pronto soccorso è arrivata dalla provincia un’intera famiglia contagiata: madre e due figli minorenni di 13 e 16 anni. I due ragazzi non presentano particolari problemi e, grazie anche al contributo dei Servizi sociali del Comune e dell’Asur, sono stati rimandati a casa. Per la donna, invece, si è optato per il ricovero all’ospedale, dov’è assistito anche il ragazzo maceratese di 29 anni arrivato mercoledì in gravi condizioni. 


Salgono dunque a 114 i pazienti contagiati in cura nel polo sanitario regionale, dove ieri il Collegio di direzione, all’unanimità e in piena coesione, ha deciso di rispondere all’ondata crescente di contagi incrementando l’area Covid. In particolare, i vertici di Torrette hanno scelto di espandere il Cov-4 (dove ieri erano ricoverate 22 persone) portando la disponibilità di posti letto a 36, cioè 12 in più di quelli attuali, sfruttando degli spazi attigui al reparto, con la possibilità di arrivare, in caso di necessità, a quota 48. Si tratta di postazioni di terapia subintensiva a indirizzo pneumologico, dunque gestiti direttamente dal reparto di Pneumologia diretto dalla dottoressa Lina Zuccatosta. In questo modo, Torrette potrà assistere nel complesso fino a 120 pazienti Covid, considerando la Divisione di Rianimazione (dove sono assistiti 18 casi gravi), l’area subintensiva, il padiglione delle Malattie infettive, l’Obi, l’area rossa del Pronto soccorso e, appunto, il Cov-4, dove potrebbero essere attivati ulteriori 12 posti che porterebbero il totale del presidio a 132. Uno sforzo enorme, oltre il quale l’ospedale non può andare per non pregiudicare l’attività ordinaria. Anche perché è già stato confermato il blocco dei ricoveri in area medica dai vari reparti (eccezion fatta per le acuzie che passano dal Pronto soccorso), mentre è stata predisposta una riduzione proporzionale di una decina di posti letto nell’area chirurgica, tra Chirurgia generale, epatobiliare e otorinolaringoiatrica, cercando comunque di limitare i danni per far posto ai pazienti Covid, senza intaccare le attività ad alta specializzazione. E intanto si cerca di accorciare i tempi per l’allestimento di 19 posti aggiuntivi di terapia intensiva al piano 2R, previsti per l’inizio di aprile. 


Il vero problema, però, è rappresentato dalla carenza di personale. A Torrette mancano un’ottantina di infermieri. Si sperava di reperirli dalla graduatoria del concorso Asur, ma molti dei vincitori lavorano già all’ospedale regionale e parte di questi si trasferiranno in altre strutture. Insomma, considerando le uscite, la dotazione organica rischia di restare inalterata. Un vero paradosso. 


Intanto, oggi a Torrette si chiuderà la fase della profilassi: circa 4.200 persone si sono vaccinate, inclusi medici specializzandi, universitari e ditte esterne. Considerando solo i dipendenti, in 3.250 si sono vaccinati su 3.700 circa per una percentuale vicina al 90%.

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