ANCONA - Rallenta la curva dei contagi nel capoluogo, ma non quella dei ricoveri che viaggia con un ritardo strutturale di 3-4 settimane rispetto alla prima. Gli effetti di un mese di lockdown si vedono ma solo fino a un certo punto all’ospedale regionale, dove l’occupazione dei letti Covid si mantiene ad un tasso molto elevato, superiore al 90%, anche se nell’arco di un paio di settimane i ricoveri sono scesi da oltre 150 ai 128 registrati ieri, a cui però vanno aggiunti 7 pazienti che a mezzogiorno erano assistiti al Pronto soccorso, di cui 5 in attesa di una collocazione in reparto.
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Il contenimento della pandemia, frutto delle restrizioni della zona rossa, ha spinto i vertici di Torrette a ritoccare lievemente al ribasso la disponibilità di posti per i malati di Covid, ridotti da 141 a 137 negli ultimi giorni.
Considerando anche il Pronto soccorso/Obi, salgono a 135 i pazienti Covid, una ventina in meno rispetto a un paio di settimane fa. E proprio al Pronto soccorso la pressione si mantiene costantemente alta: basti pensare che nella sola giornata di martedì gli accessi sono stati 163, tra cui 2 codici rossi e 29 arancioni, ma incide fortemente la quota dei codici non gravi (69 azzurri, 52 verdi e 11 bianchi) che appesantiscono ma non pregiudicano l’assistenza ai malati di Covid in arrivo quotidianamente a Torrette.
Frenano i contagi nel capoluogo: -33% nell’arco di 15 giorni. L’incidenza settimanale di nuovi positivi, che tra il 26 febbraio e il 4 marzo aveva raggiunto il picco di 520 casi, è tornata sotto la soglia di rischio, fissata a 250, oltre la quale scatta il lockdown: si attesta a 218,6 casi ogni 100mila abitanti. Tuttavia, si continua a morire di Covid. Ieri il Servizio Sanità della Regione ha comunicato altri 8 decessi nella provincia dorica: una 93enne anconetana, un 76enne di Castelfidardo, un 92enne di Camerano, un 65enne di Cerreto d’Esi, un 94enne di Cupramontana, una 88enne di Fabriano, una 86enne di Jesi e una 75enne di Falconara. Intanto, a Torrette è scattata da sabato la profilassi anti-Covid per pazienti e assistiti particolarmente fragili: un migliaio le dosi già somministrate. E martedì sera è stata riaperta la campagna per i circa 300 dipendenti (non solo medici e personale sanitario) che non si erano ancora vaccinati su un totale di 3.600 circa: avranno tempo fino a domenica per sottoporsi alla profilassi.