Bodyguard e forze dell'ordine, la movida è blindata: «E ci voleva tanto?»

Bodyguard e forze dell'ordine, la movida è blindata: «E ci voleva tanto?»
Bodyguard e forze dell'ordine, la movida è blindata: «E ci voleva tanto?»
di Andrea Maccarone
4 Minuti di Lettura
Domenica 10 Ottobre 2021, 07:50

ANCONA - Ore 2, Piazza del Papa blindata. Due pattuglie della polizia sorvegliano il deflusso mentre i locali, uno ad uno, spengono le insegne. Fuori da ogni attività rimangono gli uomini in divisa scura, la security privata che gli operatori sono stati costretti ad assumere dopo l’ultima terribile aggressione della scorsa settimana. E’ questo lo scenario che si profila nel salotto buono della città. La movida è nel mirino delle autorità. 

Sotto osservazione

I fatti di venerdì dell’altra settimana hanno definitivamente messo sotto osservazione i locali di Piazza del Papa.

E anche questo weekend si è vista in giro parecchia gente, ma per fortuna nessun problema. All’aperitivo si cominciano a riempire i dehors dei tanti bar e bistrot che animano la piazza. Ma è dopo cena il clou. Non ci sono più posti a sedere. La gente staziona in piedi al centro della piazza o sotto la statua di Clemente XII. Ai banconi dei bar si fa la fila per pagare e sembra tutto così normale e sereno. Forse perché c’è chi controlla che tutto fili liscio. Infatti tra l’ingresso dei locali e il dehors c’è un uomo della sicurezza privata. Uno per ciascun esercizio, più o meno. E ad un certo momento della serata spuntano due pattuglie della polizia che sorvegliano dall’altro la piazza. Fanno ingresso da corso Matteotti e si fermano ad osservare. «Finalmente - afferma soddisfatto Silvio Matenco, titolare del King Edwards - ci voleva tanto? Bisognava far distruggere un locale per arrivare ad un controllo più efficace? Ora ci sentiamo più sicuri». Sembra quasi paradossale che i gestori delle attività chiedano addirittura di avere un presidio fisso di polizia. Un tempo la pensavano diversamente gli esercenti, che appena vedevano passare le divise esclamavano: “lasciateci lavorare in pace”. Ora, invece, è cambiato tutto. S’è ribaltata la situazione. Troppe aggressioni e tutte nel raggio di pochi metri, nel cuore della città. I titolari dei locali si sentono presi di mira da gruppetti di giovani su di giri. «Un problema sociale» l’ha definito Dario Argenziano del Jet Set. Fatto sta che pur di porre rimedio alla questione, sono gli stessi esercenti a volere il massimo dei controlli da parte delle autorità. E così è stato. A fine serata quelle due pattuglie che prima si appostano sulla parte alta della piazza, scendono e vanno a presidiare l’altro lato. Proprio quello dove una settimana fa è successo il fattaccio. 

La richiesta

«Non basta che si posizionino con le auto - dice Mauro Ugolini di Anburger - dovrebbero scendere e camminare in mezzo alla gente. Si deve percepire la presenza delle divise». E’ chiaro che gli imprenditori sono esausti. Non lo danno a vedere, ma si percepisce. Intanto la sicurezza privata ruota la testa a destra e a sinistra, in un gesto di costante monitoraggio. «Davvero sono stato molto contento di vedere le pattuglie della polizia - dice Daniele Strati del bar Chapeau - le avevamo chieste da tempo e finalmente le hanno messe. Tanto non c’è niente da fare, quando le persone vedono le divise ci pensano due volte prima di fare danni. Ma per fortuna sono stati casi isolati. I frequentatori della piazza sono per lo più ragazzi che amano socializzare e non creare disturbo. Avanti così».

© RIPRODUZIONE RISERVATA