ANCONA - L’ultimo atto per la banda dello spray. Si aprirà questa mattina in Corte di Cassazione il processo di terzo grado nei confronti dei sei rapinatori della Bassa Modenese accusati di aver spruzzato lo spray urticante alla Lanterna Azzurra, causando il fuggi fuggi infernale che la notte dell’8 dicembre 2018 aveva fatto sei morti e circa 200 feriti. La sostanza, stando alla procura, era stata utilizzata per favorire furti e rapine di collanine d’oro all’interno di un modus operandi messo in atto già in altri locali.
Il secondo grado
L’ultima sentenza per la gang risale alle scorso marzo e ha visto la Corte d’Appello riconoscere, al contrario del giudice di primo grado, anche il reato di associazione a delinquere.
Nella requisitoria in appello, il sostituto procuratore generale, nell’abbracciare la tesi dell’associazione, aveva puntato l’attenzione sulla «serialità delle razzie commesse» dagli imputati nelle discoteche di mezza Italia, le «modalità professionali» degli atti predatori e «l’interscambiabilità delle squadre d’azione». I sei erano «programmati per depredare» in nome di «un accordo comune». Nel corso dell’ultimo processo, tre imputati hanno reso dichiarazioni spontanee: Andrea Cavallari, Raffaele Mormone e Badr Amouiyah. Il denominatore comune: «Con il carcere siamo cambiati, abbiamo chiuso con il passato, ma con i morti della Lanterna non c’entriamo».