Barca rubata al professor Giovagnoni: «Marina Dorica non ha responsabilità»

Barca rubata al professor Giovagnoni: «Marina Dorica non ha responsabilità»
Barca rubata al professor Giovagnoni: «Marina Dorica non ha responsabilità»
di Federica Serfilippi
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Domenica 13 Novembre 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 07:27

ANCONA «Siamo dispiaciutissimi per il furto di cui è rimasto vittima il professor Giovagnoni, ma non ci sentiamo responsabili». Il presidente di Marina Dorica, Leonardo Zuccaro, entra senza mezzi termini sul caso del gozzo da sette metri rubato ad Andrea Giovagnoni, ordinario di Radiologia dell’Univpm e direttore del Dipartimento di Scienze Radiologiche di Torrette. La barca è stata sottratta mentre si trovava ancorata a uno dei pontili del porticciolo turistico. Non aveva un’assicurazione per proteggerla dai furti. 


La vigilanza


«Vorrei precisare tre aspetti. Anzitutto - dice Zuccaro - a Marina Dorica la vigilanza c’è e funziona sia di notte che di giorno. C’è un sistema di videosorveglianza con trenta telecamere che inquadrano gli ingressi dei pontili e le aree a maggiore criticità. In 22 anni che esiste Marina Dorica non c’erano mai stati furti di barche. Quello capitato al professor Giovagnoni è il primo. Negli altri porti, purtroppo, i furti non sono così inconsueti». E, solitamente, i ladri vengono dal mare, «dove è molto difficile sorvegliare», soprattutto di notte. 
Il secondo aspetto: «A Marina Dorica - precisa il presidente - ci sono 1.600 barche.

Come facciamo a capire se una barca manca a causa del furto? Potrebbe essere stata tirata nel rimessaggio, oppure prestata a un amico, in un cantiere per dei lavori. Insomma, la gestione di un avviso è di difficilissima realizzazione se non impossibile».


Il contratto


Il terzo punto, probabilmente quello fondamentale: «La responsabilità dei beni è in capo all’utente, Marina Dorica non ha doveri di custodia sulle barche. Un conto è la vigilanza del porto, che viene portata avanti, un altro è quella sui beni personali che non viene considerata nei contratti di ormeggio». Contratti dove l’utente paga per la concessione del posto-barca e che vengono stipulati non con Marina Dorica stessa, ma «con i vari circoli nautici» che gravitano attorno al porticciolo di via Mascino. E ancora: «Siamo dispiaciutissimi per quanto capitato al professore. E glielo abbiamo anche manifestato, ma non ci sentiamo responsabili. Siamo consci che il dispiacere è forte e riconfermiamo la nostra solidarietà a Giovagnoni. Ma purtroppo individuare il capro espiatorio in Marina Dorica non è possibile».


Per il primario il danno, la beffa e una barca sparita nel nulla. Si tratta di un gozzo di sette metri con un ampio parasole di legno e con lo scafo in vetroresina blu. Un esemplare di come pochi se ne vedono sulle coste adriatiche. Il professore lo aveva acquistato tre anni fa, «senza siglare alcuna polizza assicurativa, anche perché pensavo ci fosse la dovuta tutela da parte di Marina Dorica. Insomma, ci sono sbarre all’ingresso del porto, chiavi magnetiche per i pontili, i sistemi di sicurezza, il personale addetto. Pensavo di aver pagato la quota anche per la sorveglianza» aveva spiegato Giovagnoni al Corriere Adriatico. Si è accorto della sparizione del gozzo in una domenica di metà ottobre, quando ancora il caldo e il bel tempo facevano pensare a un allungamento del periodo estivo. Raggiunto il pontile, l’S4, l’amara scoperta: l’amata barca non c’era più.

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