ANCONA - Un Natale sobrio, forse troppo. Giudizio con riserva per i commercianti del Piano, che alla vigilia del 2024 valutano tiepidamente l’organizzazione dicembrina dell’Amministrazione. Non che le cose siano andate male, sia chiaro, ma forse sono mancati quegli effetti speciali che invece hanno saputo restituire vitalità al centro storico. «Il Natale diffuso c’è stato solo a parole» dice Francesco Javarone dell’omonima gioielleria di via Cristoforo Colombo. «Non hanno mantenuto le promesse - continua - e quei piccoli interventi che ci sono stati, sono arrivati proprio a ridosso delle festività». Javarone punta il dito soprattutto sugli eventi. «Era stata annunciata la presenza di organizzazioni, di giochi, di feste ed esposizioni ma non tutto è stato mantenuto. Siamo rimasti delusi, non soddisfatti» spiega il gioielliere.
Le differenze
«Avendo un punto vendita anche in piazza Roma non posso nascondere come siano state fatte delle scelte differenti sulle decorazioni» fa notare Michele Manna, titolare dell’ottico di via Colombo. «Si è investito molto di più sul centro.
Notte bianca
Capitolo Notte Bianca, Javarone si lascia scappare un «ci stiamo lavorando». Intanto, però, «di eventi proposti dall’Amministrazione non ce ne sono stati. Piuttosto, abbiamo visto iniziative organizzate da no-profit col supporto dei commercianti» dice Gabriele Battistoni, titolare di Zucchero a Velò. «Non hanno fatto grandi cose se non presenziare alla conferenza stampa di presentazione» aggiunge. Quel che c’era, però, è andato bene. «L’abbiamo fatto per dimostrare che il Piano non è solo il quartiere che viene dipinto» spiega. Eppure, i problemi rimangono. Una lettera inviata da una residente al Corriere Adriatico. «Tutti noi del posto avvertiamo a pelle la sgradevole sensazione del progressivo quanto purtroppo inarrestabile degrado» scrive una residente che preferisce resta anonima. «Noi abitanti del Piano ci sentiamo anconetani di serie B e lamentiamo l’importante carenza di divise che potrebbero intervenire, o meglio ancora prevenire con la sola loro presenza, le risse quotidiane dove spuntano ormai sempre più spesso i coltelli» lamenta. Una sensazione che condividono anche i commercianti. «A volte capitano questi episodi spiacevoli ma può succedere ovunque» ridimensiona Javarone. Che però ammette: «quando c’era il carabiniere di quartiere era diverso; ci vuole una persona in divisa che passeggi e funga da deterrente». Il vicesindaco Zinni aveva annunciato qualche settimana fa le nuove “pattuglie anti-degrado”, anche in borghese. «Ci vorrebbe un’auto fissa in piazza Ugo Bassi, almeno nei giorni più importanti» suggerisce Manna. «Le nostre collaboratrici hanno timore quando escono dal negozio di sera e mio fratello stesso si è più volte trovato in difficoltà con ubriachi entrati in negozio» racconta.