Ancona, il blitz di fuoco del bodyguard
annunciato due ore prima su Facebook

Ancona, il blitz di fuoco del bodyguard annunciato due ore prima su Facebook
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Sabato 1 Agosto 2015, 21:04 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 12:12
ANCONA - “Addio amore di papà”. Il post che strappa il cuore è una didascalia alla foto dell’uomo con il fisico da bodyguard e l’animo da padre distrutto, con gli occhi chiusi della resa accanto a suo figlio; e l’annuncio della missione di morte da compiere due ore dopo.









Per il gesto definitivo, quello di uccidersi e bruciare per sempre il dolore del distacco dal suo bambino, il buttafuori sceglie il luogo che ritiene la fonte di quel male lancinante. Va al Tribunale dei minori, improvvisa una doccia di liquido infiammabile e diventa una torcia umana. Ha lasciato su Facebook l’ultima carezza al bimbo, prima di affidare all’accendino la fine dei suoi giorni, e delle sofferenze.



Ma è ancora appeso al filo tra la vita e la morte, nella clinica di Rianimazione di Torrette. Ieri il bollettino medico dell’azienda Ospedali riuniti non lasciava molte speranze. “E’ in prognosi riservata e versa in gravissime condizioni cliniche a causa delle estese ustioni di cui è affetto, e delle conseguenti gravi compromissioni cardiocircolatorie e respiratorie”.



Se le fiamme che lo hanno avvolto in una coperta di fuoco non hanno portato fino in fondo l’opera distruttrice, si deve al coraggio di Emiliano Espa, la guardia giurata che ha imbracciato un estintore per salvarlo e ha rischiato di essere risucchiato nella nube incendiaria.



Qualche precedente penale, seguito dai Servizi sociali, il 42enne originario di Bari e residente a Pesaro è sposato con una straniera che fa la badante. Nell’odissea che è diventata la sua esistenza, il 26 giugno aveva già tentato di farla finita ingerendo un mix di farmaci.



Qualche giorno fa gli è stato notificato il provvedimento del Tribunale che disponeva l’allontanamento del figlio e fissava al 18 agosto l’udienza in cui lui e la madre del bambino avrebbero potuto esporre le loro ragioni.



L'udienza non è stata rinviata, “parteciperà quando e se potrà”, ha detto ieri il presidente del Tribunale dei minori Vincenzo Capezza. Un crescendo di angoscia, fino al gelo della disperazione che ha tratteggiato il disegno di fuoco.



Era determinato quando venerdì attorno alle 15,30 dopo aver parcheggiato lo scooter in via Cavorchie ha varcato la soglia del Tribunale chiedendo al vigilante, Emiliano Espa, dove fossero gli uffici dei servizi sociali. Erano chiusi. E’ uscito, per tornare dopo due minuti, in mano una bottiglietta di plastica blu. Sembrava acqua, era benzina. Se l’è versata addosso e ha fatto scorrere il pollice sull’accendino. Una maschera di fuoco. In un ultimo palpito d’impeto distruttivo, o una estrema richiesta di aiuto, ghermito dalle fiamme si è avvicinato al gabbiotto della guardia giurata che si è armato di estintore e glielo ha scaricato addosso.



Sono finiti in ospedale entrambi. Il bodyguard mangiato dal rogo, il vigilante intossicato e con bruciature alle mani.



Ieri è stato dimesso, il papà lotta per la vita che voleva incenerire perché che senso ha senza il figlio di sei anni. “Impossibile resistere a questo dolore..” si sfogava su Facebook al congedo da questo mondo. “..mi stava distruggendo, il perdono mi sento di chiederlo solo ai miei genitori”. L’ultimo pensiero è per il suo bambino. “Il mio Amore va oltre la morte ..papà ti sarà sempre vicino...un ciao a chi mi ha voluto bene e un sincero perdono a chi mi ha voluto male. ..Addio vita”.
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