Non che "Gimbo" Gianmarco Tamberi non avesse abituato a comportamenti singolari tipo l'inguardabile viso rasato a metà ("Half-shave" è uno dei soprannomi del 29enne marchigiano delle Fiamme oro), ma davvero il primo italiano salito sul podio, e fino all'oro, del salto in alto si è superato schierando in pista a Tokyo il gesso della caviglia sinistra.
Gianmarco Tamberi, oro nel salto in alto
Sì, il tutore in gesso e fibra di vetro che gli avevano applicato dopo l'operazione per riattaccare il tendine di Achille nel luglio del 2016: era in forma splendida e stava dominando le gare in vista delle I'Olimpiadi di Rio quando si trovato invece sottio i ferri del chirurgo.
Così, nel borsone con asciugamenti e scarpe, Tamberi ha infilato anche quel gesso, simbolo della sfortuna più nera. Nessuna firma di parenti e amici, come si usa fra chi non salta fino alla Luna, ma la scritta "Road to Tokyo 2020", poi corretta per colpa della pandemìa. Una X a cancellare "2020" e sotto l'aggiunta "2021". Insomma, una zampa di coniglio, un grande cornetto rosso o una collana di aglio avrebbero fatto meno scalpore. Solo Tamberi poteva trasformare un ortopedico ricordo della jella in un talismano portafortuna da sfoderare durante la gara e da baciare e brandire poi dopo la vittoria insieme alla bandiera verdebiancorossa: mancava solo che lo prestasse per qualche istante a Elisabetta Caporale di RaiSport che lo attendeva a bordopista. Proprio davanti alla cronista Tamberi ha abbracciato ancora Mutaz Essa Barshim con cui ha diviso la medaglia d'oro: sono amici, sono entrambi arrivati sul tetto del mondo dopo il medesimo infortunio. Ma chissà dove ha gettato il gesso il saltatore del Qatar.
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