“Gimbo” Tamberi, il ragazzo d'oro dell'atletica: «Ho scritto la storia che racconterò ai miei figli»

“Gimbo” Tamberi, il ragazzo d'oro dell'atletica: «Ho scritto la storia che racconterò ai miei figli»
“Gimbo” Tamberi, il ragazzo d'oro dell'atletica: «Ho scritto la storia che racconterò ai miei figli»
di Luca Regini
5 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Agosto 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 14:58

«Mi tremavano le gambe, avevo il cuore che esplodeva. Piangevo e ridevo, ero in estasi pura. È il giorno più bello della mia vita. Sono nella storia, non dormirò mai più». Sì, leggenda pura: Gianmarco da Ancona ce l’ha fatta, la sorte gli ha restituito quello che gli aveva tolto cinque anni fa. Tamberi, a Tokyo, in uno Stadio olimpico deserto, ma con papà coach in curva incapace di trattenere le lacrime, ha vinto (ex aequo con il qatariota Mutaz Barshim, suo grande amico), la medaglia d’oro olimpica nel salto in alto, una delle specialità più affascinanti del più affascinante degli sport.

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Una gara perfetta
Tamberi ha fatto una gara perfetta fino a 2,37, superando l’asticella sempre alla prima prova: 2,19, 2,24, 2,27, 2,30, 2,33, 2,35 e 2,37.

Sette salti formidabili. Più l’ostacolo diventava alto più Gimbo volava dentro il suo sogno che è diventato di tutti noi. Al suo fianco l’unico capace di imitarlo è stato proprio Barshim (30 anni), un grande campione che ha patito lo stesso infortunio di Tamberi e che in carriera aveva saltato 2,43 (nel 2014) andando tante volte oltre i 2,40. 


Spareggio o ex aequo
Dopo il terzo tentativo sbagliato (e neppure di tanto) di Tamberi a 2,39, si è così verificato un caso unico nella storia dell’atletica. Neanche i due avversari sapevano cosa sarebbe successo, il giudice li ha informati che potevano decidere se accettare la vittoria ex aequo o misurarsi in un salto di spareggio, con l’ostacolo a 2,38. Tamberi a questo punto ha guardato negli occhi Barshim, che ha fatto un gesto con la mano sinistra dicendo qualcosa che Gimbo ha subito capito e condiviso: oro per entrambi i campioni (e amici) che non avrebbero mai voluto privare l’altro di una medaglia che i gravi infortuni patiti sembravano aver ormai allontanato dalle loro carriere. 


Una gioia da pazzi
A quel punto è esplosa la gioia di Gimbo, appena 8 minuti prima che Jacobs vincesse un altrettanto storica medaglia d’oro nei 100 metri, andando subito a cercare (e abbracciare) il campione anconetano. A 65 anni dalla medaglia d’oro del tiratore Galliano Rossini alle Olimpiadi di Melbourne ‘56, Ancona festeggia una medaglia d’oro olimpica. E pure il premier italiano ha preso il telefono e chiamato Tokio in diretta: ««Draghi si è complimentato con me e Marcel. Ci ha detto che dobbiamo andare a trovarlo al ritorno in Italia». 


«Emozione mai provata»
Ci andranno a Palazzo Chigi e al Quirinale, e Tamberi non sta nella pelle, quasi sotto choc. Quell’oro è per sempre. «Il giorno più bello della mia vita, ovvio. Non ho mai provato un’emozione simile, fino all’altro ieri non sapevo se ne valeva la pena, ma sapevo che un evento magico sarebbe accaduto, perché ne ho passate talmente tante che doveva succedere. Ogni difficoltà mi dicevo: le cose devono funzionare quel giorno, quel giorno lì, solo quello. Non ci posso credere, ho sognato questo per così tanto tempo, ho superato ogni tipo di difficoltà, ma questo sogno è stato realizzato insieme al mio staff: papà, Borri, Sabatini, Benvenuti e tutti gli altri. Senza contare Chiara che ha messo i miei sogni davanti alla sua vita. Grazie a tutti, ce l’abbiamo fatta». A proposito della medaglia condivisa con Barshim, Tamberi ha confessato e confermato: «Su quella pedana non c’era nessuno con cui avrei voluto farlo tranne lui, che è il più forte di tutti i tempi e che ha patito il mio stesso infortunio. Abbiamo vissuto gli stessi drammi. La vittoria se la meritava, io ho realizzato qualcosa di magico. Al momento della decisione non abbiamo neanche avuto bisogno di parlare, ho sentito un’esplosione dentro il cuore che non posso descrivere. Ma io non vedevo l’ora che arrivasse questo giorno e non vedevo l’ora di provarci». 

Gimbo ripercorre una giornata memorabile: «Stamattina mi sono reso conto che avevo realizzato il mio obiettivo, il sostegno degli sconosciuti è valso oro, ogni incoraggiamento valeva moltissimo, valeva tutto. Sono stati cinque anni molto difficili, in cui ho messo lo sport davanti alla mia vita e la mia ragazza ha fatto lo stesso con me. Adesso però posso dire che ne è valsa la pena. Parigi tra 3 anni? È la prima volta nella mia vita che voglio godermi qualcosa, non ho mai goduto di una delle mie vittorie, anche i mondiali indoor a Portland li ho vissuti in funzione delle Olimpiadi. Non voglio pensare a domani, voglio pensare solo al prossimo secondo». Al centro dei pensieri anche la sua futura moglie, Chiara. «Mi ha mandato un messaggio: “Sono tesissima, ho paura, spero ti vada bene. Tu goditi la gara al resto penso io. Troppi i sacrifici fatti perché vada male”. E adesso ho i brividi, i brividi di un uomo che ha una storia particolare e che ha compiuto un’impresa pazzesca. Ho scritto un pezzo di storia e non vedo l’ora di raccontarlo ai miei figli. Quando li avrò». Gimbo Tamberi partirà subito dopo la premiazione di oggi (diretta Rai2 alle 12) e tornerà ad Ancona domani.

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