Travaglia in quarantena: «Che tortura vedere il campo da tennis dalla finestra e non potermi allenare»

Travaglia in quarantena: «Che tortura vedere il campo da tennis dalla finestra e non potermi allenare»
Travaglia in quarantena: «Che tortura vedere il campo da tennis dalla finestra e non potermi allenare»
di Roberto Senigalliesi
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 16:24

MELBOURNE - Qualcuno l’ha descritta come una prigione con il wi-fi. Altri postano immagini sui social dei loro giorni di quarantena.

«Indubbiamente è una situazione paradossale - racconta Stefano Travaglia - che mette a dura prova la nostra pazienza. Siamo professionisti, à vero, ma è dura mantenere un equilibrio. Per quanto mi riguarda, dopo avere affrontato 40 ore di aereo sono stato 3 giorni murato nella mia stanza, 15/20 metri quadri, senza possibilità di uscire. E senza vedere nessuno. Neanche Simone (Vagnozzi ndr.) il mio allenatore che sta nella stanza vicina alla mia. Ci sentiamo per telefono..»

Ora va meglio? 
«Da un paio di giorni ci possiamo allenare ed è stata una liberazione. Era veramente duro poter vedere il campo da tennis dalla finestra dell’Hotel Hyatt, uno dei tre in cui siamo stati divisi qui a Melbourne, e non poterci andare. Ora il protocollo prevede 5 ore fuori dall’Hotel, guardati a vista dalla sicurezza, per allenarci in campo e per fare attività atletica, pasti e fisioterapia. Speriamo almeno che questo programma venga confermato, altrimenti sarebbe difficile preparare un torneo del genere. In queste condizioni di isolamento si potrebbe andare incontro a infortuni e a problemi fisici».
Come è organizzata la giornata?
«Militarmente. A parte le 19 ore in albergo, le 5 ore di “libera uscita”, ad orario fisso, cronometrate dal momento che si esce dalla camera, sono così suddivise: 15’ di tragitto fino ai campi, 2 ore di tennis, 1 ora e mezza di palestra, 1 ora per mangiare, 15’ per tornare in hotel. E, se sgarri, multe fino alla possibilità di esclusione dal torneo»
Come si è organizzato in camera?
«Con il cibo cerco di essere coerente alla mia dieta. Specialmente nei primi giorni in cui non potevo neanche uscire ho ordinato su Uber Eat che in mezz’ora porta i delivery: colazione, pranzo e cena perché con il menu dell’hotel non riesco a seguire la mia dieta».
E come passa tutto quel tempo?
«In camera riesco a fare stretching e ginnastiche varie. Per il resto messaggini, un po’ di internet, guardo film e vagabondo per la stanza aspettando che finiscala giornata, e soprattutto questa quarantena».
Quali sono le aspettative adesso?
«Spero soprattutto di potermi allenare. Ora lo faccio, seguendo le direttive di Tennis Australia, sempre con lo stesso mio collega, l’ungherese Fucsovic. Dalla prossima settimana si aggiungeranno Tiafoe e Popyrin, visto che potremo allenarci in quattro».
Obiettivi? 
«Ora ci sarà un torneo a Melbourne prima degli Australian Open.

Spero di fare bene. Lo scorso anno persi al primo turno, spero di migliorare. Determinante sarà come si uscirà da questa situazione».

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