Ancona a rilento, manca l'identità: un solo punto di vantaggio sui playout e quattro ko già incassati in otto gare

Ancona a rilento, manca l'identità: un solo punto di vantaggio sui playout e quattro ko già incassati in otto gare
Ancona a rilento, manca l'identità: un solo punto di vantaggio sui playout e quattro ko già incassati in otto gare
di Peppe Gallozzi
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:11

ANCONA Una squadra senza identità. Al di là dei punti e della classifica che, dopo otto giornate, rappresentano aspetti da analizzare con le dovute cautele. Ciò che emerge in maniera lampante, in casa Ancona, è che la formazione di Marco Donadel (difeso più volte con insistenza dal patron Tony Tiong) non abbia ancora espresso due prerogative fondamentali in questa categoria: un’idea tattica consolidata e una mentalità da proporre su ogni campo. Fattori che non devono diventare un dogma integralista ma che, tuttavia, possono emergere nelle varie situazioni. Anche in quelle impreviste.


I numeri

Partendo dai numeri, prima di allargare il focus sui due pilastri sopracitati, l’Ancona di oggi (8 punti) ha tre lunghezze in meno rispetto allo scorso torneo (11 punti).

Ancora, un anno fa a questo punto della stagione i punti di distacco rispetto alla zona playout erano cinque. Allo stato attuale, uno, senza contare che la Juventus Next Gen, alle spalle dei dorici e quintultima, ha una partita da recuperare. Altro dato su cui riflettere è quello legato alle reti realizzate e subite. Dodici mesi fa, la truppa guidata da Gianluca Colavitto aveva messo a segno 11 marcature subendone otto. La compagine di Donadel, invece, ne ha timbrate otto e incassate tredici. Quanto ai risultati, due vittorie, due pareggi e quattro sconfitte nell’annata in corso. Tre successi, due “X” e tre ko in quella precedente. Dati da prendere con le molle ma che, ad ogni modo, non fanno pendere la bilancia dalla parte del tecnico di Conegliano. 

L’idea tattica mancante

Prendendo in esame l’undici di partenza scelto in questi otto turni, Donadel ha alternato il 3-5-2 e il 3-4-2-1. Una mera apparenza in quanto, durante lo sviluppo dell’incontro, la squadra ha cambiato più volte il proprio schieramento. Nell’esordio di Chiavari (1-1), ad esempio, si è visto Paolucci agire da trequartista creando un 3-4-1-2. A Cesena (4-0), nel primo tempo prima del crollo, il modulo è diventato un 4-3-3 con Peli alzato sulla linea degli attaccanti. Sistema che, di fatto, sarebbe stato riproposto anche a Carrara prima dell’espulsione dello stesso esterno scuola Atalanta. Ancora, contro il Pineto (0-1) in Coppa Italia i biancorossi hanno sperimentato anche il 3-4-3. Insomma, in nove partite cinque moduli espressi: troppi per chi dovrebbe avere basi tattiche solide. Basi modificabili e adattabili, quello sì, ma non da stravolgere puntualmente con simile frequenza. 

Mentalità da acquisire

Nell’ultima gara di Carrara (1-0), sia in parità sia in inferiorità numerica, l’Ancona ha prodotto in totale due tiri nello specchio (Paolucci e Cioffi). Sintomo di un gruppo che non sembra avere nelle sue corde l’attitudine ad attaccare l’avversario. Ad eccezione del rocambolesco pari con la Vis Pesaro (3-3) fatto di errori e ingenuità, non è un caso che Spagnoli e soci non siano riusciti a segnare mai più di una rete nei singoli match. Criticità che emersero anche in diverse amichevoli estive. 

Energe ancora fuori

Una chiosa finale: ma una punta come Energe, considerato tra i migliori prospetti giovani della Serie C ‘22-‘23 con la maglia della Carrarese, perchè non gioca con regolarità? Zero minuti nelle ultime due uscite sono eloquenti per un calciatore presentato tra gli squilli di tromba nell’ultimo mercato. C’è una spiegazione?

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