Il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo apre le porte dei depositi: il 5 ottobre si inaugura “L’altra collezione”

Il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo apre le porte dei depositi: il 5 ottobre si inaugura “L’altra collezione”
Il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo apre le porte dei depositi: il 5 ottobre si inaugura “L’altra collezione”
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:43

URBINO - A Urbino, il direttore della Galleria Nazionale delle Marche non si lascia distrarre: continua nella programmazione di eventi espositivi, mentre fervono, a Palazzo Ducale, i lavori per la riqualificazione del piano nobile, finanziati con il Pnrr. E mentre va disegnando un ricco calendario di grandi mostre fino al 2026, Luigi Gallo annuncia una di quelle iniziative che allargano la conoscenza di un museo, rivelandone i segreti nascosti. Fin dal suo insediamento, nel 2020, il direttore ha dimostrato una dedizione elettiva a Palazzo Ducale, che l’ha portato a guidare di persona, da vero anfitrione, i visitatori alla scoperta anche degli angoli, riposti e suggestivi, sconosciuti ai più. Ora apre le porte dei depositi.

Il vernissage

Il 5 ottobre si inaugura la mostra “L’altra collezione”, una selezione di opere riposte nei depositi, finora accessibili solo agli studiosi, per l’occasione sottoposte a nuovi studi e interventi di restauro. Fino al 5 maggio 2024, un patrimonio di tesori, oggetti e opere d’arte raramente esposti nelle sale, sarà oggetto di ammirazione da parte del grande pubblico. Intanto, in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, sono stati intrapresi interventi di restauro conservativo delle formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, che un tempo decoravano il dossale del sedile della facciata del palazzo. Entro la fine dell’anno, saranno ordinate in una nuova collocazione, le Soprallogge del piano nobile, dove erano state spostate nel XVIII secolo.

La valorizzazione

Nel piano di valorizzazione del territorio, intrapreso per “Pesaro Capitale della Cultura”, il 2024 sarà l’anno clou anche per Palazzo Ducale, come rivela il direttore: «Accanto ai grandi lavori strutturali, tra riallestimento della collezione permanente e messa a norma dei depositi, stiamo portando avanti un programma di mostre, che si focalizzerà su una nuova lettura della grande stagione marchigiana fra Rinascimento e Barocco, quando la regione fu crocevia della creatività, fra pittura, architettura, scultura e arti applicate».

Così, nel 2024, una volta completato il primo lotto di interventi al piano nobile, con la riapertura dell’Appartamento della Jole, e una nuova collocazione della Flagellazione di Piero della Francesca, si inaugurerà, il 23 giugno, la mostra “Federico Barocci. Urbino, 1535-1612”. Curata dal direttore Luigi Gallo e da Anna Maria Ambrosini Massari, la mostra introdurrà all’età barocca e ai protagonisti marchigiani. Federico Barocci, pittore, disegnatore e innovativo incisore, nonostante la scelta di restare nella sua città natale riuscì a imporsi come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri nella seconda metà del ’500. Grazie alla mediazione del duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere, si affermò come erede del classicismo raffaellesco, ispiratore dei Carracci e interlocutore di Tiziano e Correggio, annunciando il caravaggismo. Ben 80 opere, provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, illumineranno le sale di Palazzo Ducale dedicate alle mostre temporanee, fino all’8 ottobre 2024. E dopo, il programma di Luigi Gallo ha in serbo, per il 2025, il Progetto Simone Cantarini, dedicato all’artista pesarese nato proprio nell’anno della morte di Federico Barocci, cui farà seguito una mostra sul raffinato pittore forsempronese Francesco Guerrieri, con un capitolo riservato alla figlia pittrice, Camilla.

La dinastia Della Rovere

Infine, per il 2026 si sta riflettendo su un evento incentrato sulla dinastia dei Della Rovere, in diverse sedi espositive, tra Pesaro, Urbino e altre residenze roveresche.

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