Il bassista e cantante senigalliese Filippo Macchiarelli e un 2021 molto prolifico con l'uscita degli album “Il vento è fuori” e “Stanzia”

Il bassista e cantante senigalliese Filippo Macchiarelli
Il bassista e cantante senigalliese Filippo Macchiarelli
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 09:07

SENIGALLIA - La passione per la musica ce l’ha fin da ragazzino e già a 15 anni si esibiva sui palchi live. Marchigiano doc Filippo Macchiarelli ha frequentato un po’ tutti i generi musicali finché l’amore per il jazz lo ha completamente catturato. L’artista senigalliese proviene da un’eclettica formazione musicale: studi classici e jazzistici al conservatorio, allo stesso tempo aperti al funk, al blues, al rock e al pop.

Bassista, contrabbassista, cantante e didatta, comincia ad esibirsi professionalmente dal vivo a 15 anni, maturando negli anni un carnet di collaborazioni con personalità di spicco nazionali e internazionali.


I due album 
Il 2021 per l’artista è stato un anno prolifico che lo ha visto uscire con due lavori: “Il vento è fuori” a maggio e “Stanzia” a novembre. Due album che pur avendo la stessa matrice, propongono sonorità e idee diverse. Alcuni brani sono da ascoltare in penombra con un buon calice di vino da assaporare lentamente. “Il vento è fuori” ha previsto un’attenta scelta dei suoi compagni di viaggio, a partire dal talento percussionistico dell’americano Greg Hutchinson, motore propulsivo e partner ideale per sottolineare la strepitosa vena tecnica ed espressiva del leader al basso.

La sezione fiati caratterizza il lavoro sia per la bontà delle fasi solistiche che per i brillanti arrangiamenti. L’album, articolato in otto tracce tutte composte e arrangiate da Filippo Macchiarelli, testimonia il dilemma a volte lacerante della vita, mettendo in musica «emozioni troppo dense e complesse per essere spiegate a voce», con la volontà di esorcizzare il dolore e allo stesso tempo di cantare le emozioni. 


Il presente
L’album “Stanzia” nel titolo descrive la condizione del nostro presente, dove nell’impossibilità di movimento e di costrizione in un luogo, come nel nostro caso in una stanza di casa con all’interno un pianoforte, un contrabbasso, appunti a matita, fotocopie e profumo di mobili antichi, si prova ad evadere e ad immaginare nuove dimensioni sonore solo grazie alla creatività, al pensiero e alla musica. La risposta all’imperativo fermati è semplicemente la riflessione e il confronto, cercando di ambire a qualcosa che porti all’esplorazione della dimensione umana più pura. Così come in una stanza due amici si ritrovano a suonare e a condividere passioni e dolori, momenti alti e momenti cupi, slanci creativi e momenti riflessivi, così “Stanzia” si prefigge di raccontare tutto questo.

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