Marlene Kuntz, l'album “Catartica” compie 30 anni: «I Maneskin spaccano. Tre anni fa esclusi da Sanremo»

Catartica, con le sue 14 canzoni, ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano, rispondendo alla fame irrefrenabile di un suono diverso di cui soffriva il pubblico italiano

Marlene Kuntz, l'album “Catartica” compie 30 anni: «I Maneskin spaccano. Tre anni fa esclusi da Sanremo»
Marlene Kuntz, l'album “Catartica” compie 30 anni: «I Maneskin spaccano. Tre anni fa esclusi da Sanremo»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Marzo 2024, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 09:13

Il disco cult dei Marlene Kuntz, Catartica, compie 30 anni. Era il 13 maggio del 1994 e la band piemontese pubblicava il suo album d'esordio, destinato a diventare una pietra miliare nella storia della musica italiana, nonché punto di riferimento per tanti giovani artisti. Ora quell'opera è pronta a godere di nuova vita con la ristampa in arrivo l'8 marzo e un tour nei club al via il 12 marzo, con molte date già sold out, che sarà incentrato sulla produzione anni Novanta.

Catartica

«Ci siamo interrogati sull'opportunità di celebrare questo 30ennale - raccontano i Marlene Kuntz ad Ansa -, poteva suonare ridondante, ma la risposta che abbiamo avuto ci ha fatto capire che la gente lo desiderava. Non c'è stato un momento topico in cui abbiamo capito l'importanza di Catartica, quando è uscito per noi era la realizzazione di un sogno, dopo 5-6 anni di gavetta in cui le cose sembravano non accadere: eravamo quasi fuori tempo massimo. Era un traguardo raggiunto, poi ci abbiamo dato dentro per far sì che il sogno rimanesse realtà il più a lungo possibile. Momento dopo momento, anno dopo anno, Catartica ha avuto un ruolo fondamentale, ne siamo consapevoli e non ne abbiamo timore».

Catartica, con le sue 14 canzoni, ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano, rispondendo alla fame irrefrenabile di un suono diverso di cui soffriva il pubblico italiano dei primi anni '90, complici i modelli americani e inglesi di quei tempi (Nirvana e Pearl Jam). «Quando è esploso il grunge in Italia, noi eravamo lì. Un mondo, fatto di etichette indipendenti, fino ad allora sommerso è emerso. E il nostro contributo è stato quello di contribuire con canzoni in italiano. All'epoca c'era un certo timore: faccio rock e devo cantare in inglese. Con noi anche gli Afterhours e poi i Verdena», spiega la band.

Il panorama musicale oggi

Cristiano Godano e Riccardo Tesio non nascondono la preoccupazione nei confronti del panorama musicale attuale: «L'unica musica remunerata oggi è quella del mainstream, che va ad impattare su centinaia di milioni di streaming.

La maggior parte dei giovani artisti, soprattutto nel rock, fa musica gratis, e spesso chi ci prova tenta di individuare l'unica musica che fa streaming. In prospettiva futura questo lascia immaginare un assottigliamento dell'originalità e della creatività, il discorso artistico si comprime e si va verso l'omologazione. Un discorso che vale anche per le serie tv e i film. Internet come come tutta l'intelligenza artificiale verrà monopolizzata da bramosia, avidità, business, inchiodando l'umanità». Secondo la band, manca anche una visione più globale dei progetti musicali: «Si punta soprattutto ai singoloni, magari estivi, che però ad un certo punto esauriscono la loro forza propulsiva. Da un certo punto di vista l'album non ha più senso, ma noi finché avremo una giustificazione per farlo, lo faremo».

La situazione delle band e Sanremo

I Marlene Kuntz provano ad analizzare la situazione dei gruppi musicali, parlando dei Negramaro, l'ultimo gruppo legato all'onda degli anni '90, periodo dopo il quale le band sono scemate. Fino all'avvento dei Maneskin: «Non lo so spiegare come fenomeno - aggiunge Godano -, ma li ho visti dal vivo e spaccano». La giovane band romana partì alla conquista del mondo con la vittoria a Sanremo e poi all'Eurovision Song Contest. 

Alla domanda su cosa pensano del Festival di Sanremo, rispondono: «Il festival è un posto di cui hanno bisogno quasi tutti di questi tempi. Puoi snobbarlo solo se sei un big enorme, non è un caso che ad Amadeus sono arrivate 400 candidature. Anche noi ci abbiamo provato tre anni fa». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA