Palazzi D’Oriente tra dubstep e post-rock a Pesaro propone un viaggio pieno di emozioni nell’ultimo album Sheltering Water

Palazzi D'Oriente
Palazzi D'Oriente
di Elisabetta Marsigli
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Giovedì 31 Marzo 2022, 09:55

PESARO - Suggestioni elettroniche per riflettere su vita, morte e destino: la musica di Palazzi D’Oriente sarà protagonista domani alle ore 21 alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro, per il viaggio emozionante nell’ultimo album, “Sheltering Water” (prodotto da La Tempesta International), che spazia dal Lago Maggiore al Sud Africa. Il suono delle produzioni di Palazzi D’Oriente, ovvero di Luca Bolognesi, produttore e compositore, membro fondatore di 72-Hour Post Fight e 2004Sgrang, è slegato da classificazioni di genere e rimanda ad una personale ricerca attingendo alla cultura dubstep e post-rock.

 
Il nome
Nasce nei pressi del lago Maggiore e cresce in provincia di Varese, ma il nome che Luca ha scelto è assai curioso: «Volevo un nome italiano, perché i nick inglesi mi sembravano vuoti. Stanco di pensare troppo, la scelta è caduta su un nome a caso che però, alla fine, così a caso non è. Accostato al senso di provincia, rende infatti bene l’idea di un’isola a parte, fuori dalla prospettiva di una classica scena musicale: un miraggio. È la gente che ha dato il senso a questo nome, sinonimo di musica fuori dagli schemi: una musica di scena di una band strumentale poliglotta. Siamo un miraggio, quasi una mosca bianca». Una musica che nasce dal vissuto, «una musica senza parole, ma al 100% autobiografica, soprattutto per i miei progetti da solista. Nella mia attività con altri musicisti c’è sempre un lavoro collettivo che parte da un’idea poi nutrita e condivisa da tutti, ma nel mio lavoro da solista c’è tanto di me e del tempo che ho passato con le persone. Le voci registrate sono vere, sono quelle prese durante il mio viaggio in Sud Africa, che ho fatto per ricongiungermi con parte della mia famiglia».

Un percorso non facile quello di esprimersi solo con la musica anziché con la parola, ma «le parole possono essere fraintese, le suggestioni arrivano e si è liberi di interpretarle». 


Le suggestioni
E dal Lago Maggiore al Sud Africa non mancano sicuramente le suggestioni: «La mia ricerca è partita dalla mitologia locale: sono rimasto affascinato sfogliando libri che parlano di lombardi e longobardi, alla ricerca di leggende che condividevano le emozioni che provavo nei luoghi dove vivo. Ed è stato bellissimo scoprire che anche in Sud Africa c’è gente che ha necessità di raccontare storie per sentire proprio un luogo, nel tentativo di creare un dialogo e un legame con la propria terra». Secondo Luca, vivere in una provincia è molto più stimolante, «dà una grande forza sia creativa che umana. In città hai forse più opportunità, ma la provincia ti rende meno influenzabile. Anche durante il lockdown sono entrato in contatto con l’arte attraverso internet, in una ricerca spontanea, ma anche le persone che hai vicino contano molto». È il mercato che è difficile, «la musica strumentale non viene apprezzata, ma alla fine ci ha dato quell’unicità che ci ha distinto e con la band siamo arrivati sul palco del “Club To Club” di Torino. Più teniamo duro e più la gente ci dà ragione». Nel futuro di Luca c’è già un altro progetto e Pesaro è una delle ultime occasioni per assistere ad un live atipico, supportato su più forme, tra cui una suggestiva componente visiva.

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