La storia di un eroe girata nelle Marche: Iniziate le riprese del film su Pasquale Rotondi che salvò 10mila opere d’arte

La storia di un eroe girata nelle Marche: Iniziate le riprese del film su Pasquale Rotondi che salvò 10mila opere d’arte
La storia di un eroe girata nelle Marche: Iniziate le riprese del film su Pasquale Rotondi che salvò 10mila opere d’arte
di Chiara Morini
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Venerdì 16 Febbraio 2024, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:49

ANCONA Sono iniziate le riprese del film “Pasquale Rotondi. Un eroe italiano”, seconda pellicola del registra Roberto Dordit, che sarà girato tra le Marche e la Repubblica di San Marino per circa cinque settimane. Nella giornata di ieri, a Sant’Angelo in Vado c’è stato un set visit e l’incontro del cast e della troupe con l’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi, il presidente di Fondazione Marche Cultura, Andrea Agostini, il responsabile di Marche film commission Francesco Gesualdi.

I capolavori salvati

Il film racconta la figura di Pasquale Rotondi, uno dei “monuments men” italiani, che salvò circa 10mila opere durante la seconda guerra mondiale, tra cui “La Tempesta” di Giorgione, e “La Cena di Emmaus” di Caravaggio, riuscendo a sottrarle ai bombardamenti e alle razzie tedesche. La trama racconta l’Operazione Salvataggio, organizzata dal ministro dell’Educazione Bottai, nel 1939, che dà l’incarico a Rotondi di nascondere nel Montefeltro le opere d’arte più importanti. Il protagonista, a quel punto, setaccia i territori e decide che i nascondigli ideali sono la rocca di Sassocorvaro e il palazzo dei Principi di Carpegna. Ci arrivano i tesori marchigiani, ma anche i veneziani, milanesi e romani. Dopo l’8 settembre 1943 il ministero non c’è più, Bottai viene ricercato dai tedeschi che vogliono giustiziarlo: le SS devono trafugare anche in Italia le opere che volevano Hitler e Goering. Rotondi è da solo e lo aiutano sua moglie Zea e l’autista Augusto, oltre a qualche custode e carabiniere.

La vicenda

Il gruppo, quasi come una piccola armata Brancaleone, deve presidiare il più grande concentramento di opere d’arte della storia. «Una vicenda emozionante – commenta Andrea Agostini, presidente di Fondazione Marche Cultura - che meritava di essere narrata e che mostrerà alcuni luoghi significativi della nostra Regione.

Pasquale Rotondi ha salvato dalla distruzione un patrimonio artistico di migliaia di opere dei maggiori maestri dell’arte italiana, eppure la sua figura è rimasta tra le pieghe della storia per decenni. Solo negli anni 80 la tenacia di un amministratore locale ha consentito di riscoprire il coraggio di quest'uomo e il suo dono alle generazioni future, un dono che con questo film potrà avere la meritata ribalta in Italia e all’estero». Il regista Dordit dirige un cast in cui spiccano i nomi di Simone Liberati, nei panni di Pasquale Rotondi; ci sono poi Lia Grieco che impersona la moglie di Rotondi, Zea Bernardini e Antonio Di Matteo nel ruolo dell’autista. Tra gli interpreti la tata delle figlie di Rotondi, Rebecca Liberati mentre le figlie di Rotondi sono Greta Montanari e Giorgia Montanari. Il film è stato scritto dal regista insieme a Claudio Pallottini ed è prodotto da Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia per Qualityfilm, mentre le scenografie sono di Maurizio Carraro, i costumi di Metella Raboni e il direttore della fotografia Claudio Zamarion.

I commenti

«É un piacere – dichiara Francesco Gesualdi, responsabile di Marche film commission - ospitare nelle Marche la storia di questo eroe italiano grazie al quale migliaia di prestigiose opere d’arte sono state preservate e sono arrivate fino a noi. Un plauso alla produzione che ha voluto raccontare una storia sconosciuta ai più». Se le Marche sono contente di ospitare il film, anche la troupe si trova bene. «Ci troviamo benissimo – commenta il produttore Letizia – la gente è contenta, tutti sono contenti, anche di poter far conoscere questo personaggio. Tutti sono disponibili, dai sindaci ai ristoratori. Il nostro campo base è a Carpegna, e ci spostiamo per le riprese, poi ad aprile riprenderemo a girare tra Carpegna e Urbino».

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