Paolo Villaggio, la figlia Elisabetta: «Alla prima di Fantozzi scappò dal cinema. Anna Mazzamauro? Doveva fare Pina»

Paolo Villaggio, la figlia Elisabetta: «Alla prima di Fantozzi scappò dal cinema. Anna Mazzamauro? Doveva fare Pina»
Paolo Villaggio, la figlia Elisabetta: «Alla prima di Fantozzi scappò dal cinema. Anna Mazzamauro? Doveva fare Pina»
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Martedì 31 Ottobre 2023, 12:56

Elisabetta Villaggio, la figlia di Paolo Villaggio,  ricorda il papà. Il noto comico e attore romano, che ha creato il personaggio del Ragionier Fantozzi, è scomparso nel luglio del 2017, lasciando un vuoto nel mondo dello spettacolo e nel cuore della sua famiglia. La figlia lo ricorda con affetto e lo ha sempre sostenuto durante la sua carriera. "Era curioso, iperattivo, amava i viaggi", racconta al Corriere della Sera.

A scuola mi vergognavo

Paolo Villaggio, racconta la figlia Elisabetta, "non è stato il papà che ti leggeva le favole prima di andare a dormire", né uno di quelli che "ti accompagnava a scuola o veniva ai colloqui con gli insegnanti". La donna, che oggi ha 64 anni, ricorda che all'epoca della scuola si vergognava di avere un papà famoso, mentre i suoi professori lo adoravano: "Piaceva molto di più ai docenti. Tranne una prof delle medie, che lo considerava alla stregua di un pagliaccio". Per lei era "una persona normale, curioso, iperattivo, amava i viaggi, la compagnia degli amici". 

Gli inizi della carriera

La donna ricorda l'inizio della carriera di Villaggio, quando venne convocato alla Rai e scelto dal direttore di Rai1 per un programma in procinto di nascere: "Un giorno viene convocato nella sede Rai di viale Mazzini da Giovanni Salvi, che era direttore di Rai1.

L’aveva visto al “7×8” nei panni del Professor Kranz e voleva proporlo per un programma che stava per nascere e che sarebbe stato realizzato a Milano". 

Fantozzi e l'uscita del primo film

Il personaggio del Ragionieri Fantozzi, che rese celebre Paolo Villaggio, nacque prima con un libro, per poi passare un anno dopo sul grande schermo. E la figlia Elisabetta ricorda con precisione quel momento: "Papà scriveva queste strisce che uscivano settimanalmente sull’Europeo. E la Rizzoli, a un certo punto, gli commissionò il libro. L’estate prima di girare il primo film, in vacanza al mare, ci leggeva gli sketch per verificare che facessero ridere". 

Quanto all'uscita del primo film, era il marzo del 1975 e la proiezione avvenne al cinema in Piazza Barberini, nel cuore di Roma-  Elisabetta racconta che suo padre, non appena si spensero le luci, uscì dalla sala e scappò via per essere sicuro di una cosa: «Appena si spensero le luci e iniziò la proiezione, mio padre scappò dalla sala portandosi via anche mio fratello e corse a prendere la macchina. Andò lontano dal centro storico. Raggiunse due sale, una a Piazza San Giovanni e un’altra ancora più in periferia. Era convinto, e aveva ragione, che il successo del film passasse attraverso il gradimento del popolo e voleva fare la prova di persona. Solo quando in entrambe le sale più periferiche assistette alle risate del pubblico, ecco, soltanto allora si calmò, riprese la macchina e tornò felice al Barberini». 

Pina e la signora Silvani


Dopo il successo dei primi due Fantozzi, Liù Bosisio decise di lasciare. «A una rappresentazione delle tragedie greche di Siracusa, durante una recita dal pubblicò qualcuno le aveva urlato “Pina!”. Alla Bosisio, una grandissima attrice che teneva al teatro, a quel tipo di teatro, molto di più di quanto non tenesse al cinema, tanto bastò per dismettere per sempre i panni della signora Fantozzi». Toccò alla Vukotic. «Mio papà la adorava perché veniva dai film di Buñuel e di Fellini. C’era anche una sorta di timore reverenziale, infatti le disse: “Non ti offendere se ti chiedo di fare questo personaggio e se ti chiedo di farlo in un certo modo. Fai finta che sia una specie di cartone animato, perché così dev’essere la signora Pina!». È vero che all’inizio anche Anna Mazzamauro era stata provinata come possibile Pina? «Sì ma non era adatta. Poi fece dei provini talmente belli che la presero per la parte della Signorina Silvani».

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