FANO - Da un verso di una canzone di Ermal Meta è nato un progetto che vedrà i suggestivi spazi della Rocca Malatestiana di Fano, da oggi fino al 29 settembre, trasformarsi in una residenza d’artista. La manifestazione “No more wounds/Mai più ferite” ospiterà un convegno internazionale per la pace e 30 artiste e rappresentanti europee attiviste nel campo dei diritti delle donne: Casaluce Geiger (Italia), Margherita Cantiani (Italia), Eliza Hoxha (Kosovo), Ana Hribar (Slovenia), Shkipe Kamberi (Nord Macedonia), Elga Kolezi Mitre (Albania), Berta Milos (Croazia), Ezia Mitolo (Italia), Tamara Pavicevic (Montenegro), Alma Suljevic (Bosnia) e Darinka Pop Mitic (Serbia).
Le tragedie post-belliche
Il titolo del progetto intende, infatti, rappresentare le ferite delle guerre e le tragedie post-belliche. Il convegno internazionale (28 e 29 settembre) si pone l’obbiettivo di collocare queste tematiche in una prospettiva più ampia, attraverso l’arte, intesa come “missione e testimonianza civile” per la riconciliazione fra i popoli, con un inevitabile pensiero all’Afghanistan, dove si stanno consumando barbarie civili e discriminazioni di genere. La breve residenza artistica a Fano, in un ambiente come la Rocca Malatestiana che ha al suo interno spazi come le cellette di detenzione e la cappella, intende diventare uno spazio creativo ricco di suggestioni in cui sviluppare l’idea della mostra, per enfatizzare il ruolo dell’arte nei processi di pace e riconciliazione, ma anche la sua potente possibilità di mostrare al mondo la “ferita” nel mondo femminile: in questa edizione il riferimento è a quella che ha squarciato i Balcani trent’anni fa.
L’unicità
L’unicità di questo workshop e della relativa mostra, sta nel far incontrare gli artisti di tutti i paesi dei Balcani e farli lavorare fianco a fianco, ognuno in una celletta o in un ambiente, per dare corpo alla loro idea.