Jesi, Talèa dal 5 maggio sulle piattaforme con “Aura”: «Nel nuovo album vi racconto la mia patologia»

Talèa dal 5 maggio sulle piattaforme con “Aura”: «Nel nuovo album vi racconto la mia patologia»
Talèa dal 5 maggio sulle piattaforme con “Aura”: «Nel nuovo album vi racconto la mia patologia»
di Franco Gigante
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 11:25

JESI - «Soffro di emicrania con aura dal 2017 e solo recentemente ho messo a fuoco quanto questa patologia mi offra un modo di vedere la realtà totalmente diverso dal comune. Lo straniamento, la percezione alterata delle cose è anche carattere del tempo che viviamo». È la constatazione dell’artista jesina Talèa alla vigilia del suo nuovo album “Aura”, in uscita venerdì 5 maggio.

 


L’attimo


«“Aura” – ha precisato –è il mio attimo. Questo disco è per me, allo stesso tempo, causa e conseguenza di un cambio di prospettiva: quella che era una patologia è diventata un’occasione; siamo portati a pensare che il controllo sia l’antidoto a ogni male». Talèa ha mal di testa: quello che vede non è realtà e ha una forma diversa. Il concept del disco ruota attorno all’emicrania con aura, una forma di cefalea preceduta o accompagnata da sintomi transitori di tipo neurologico: visione di lampi, macchie nere scintillanti, deformazioni degli oggetti, oscuramento del campo visivo; inoltre, indolenzimento del braccio e della gamba e disturbi della parola di tipo afasico. Alla cessazione dei sintomi, l’aura propriamente detta, parte l’emicrania, che si accompagna generalmente a nausea e vomito: luce, suoni e odori possono diventare insopportabili. «Quando le cose non si lasciano controllare vengono catalogate dal nostro cervello come pericolo – ha confessato – Il pericolo c’è nell’emicrania con aura: da un flash, da un rumore o un odore si rischia una serie di sintomi quali lo svenimento, la perdita dell’uso della parola, la difficoltà motoria, l’alterazione visiva.

I sintomi possono persistere fino a sessanta minuti. In quei sessanta minuti c’è il rischio di inciampare in una serie di pericoli, certo, ma ho capito che in quel lasso di tempo la mia mente si azzarda a esplorare strade nuove». Questa condizione è considerata rara, ma in tempi recenti se n’è parlato molto a causa dell’insorgenza di tanti casi nuovi e a scopo informativo. «“Aura” racconta un percorso all’interno dell’attacco, descrive le tappe di un viaggio in solitaria nella mente, è a metà tra analisi sociale e introspettiva – ha affermato l’artista di Jesi – Ho lavorato a questo disco con Flavio Ferri, preziosissimo artista e, ormai, amico; vivere con lui le fasi di lavorazione dell’album è stata un’esperienza inestimabile sia a livello umano che professionale. “Aura” porta con sé anche la presenza di Antonio Aiazzi in “Amandoti” e “Sconnessi”: inutile dire quanto sia stato meraviglioso per me poter collaborare con artisti del loro calibro».


Il caos 


Il caos, la confusione, la stranezza sono un’occasione; il nostro essere persone va oltre le barriere dell’ordine. «Dal primo attacco di Aura, vivo in costante stato di allerta e la mia percezione del mondo è cambiata. Questo mi permette di vivere le cose in modo di- verso. Durante gli attacchi la mia vista è alterata e la mia bocca pronuncia parole sconnesse, diverse da quelle che penso, spesso in modo del tutto casuale». L’album è un concept dedicato all’emicrania con aura, una forma di cefalea preceduta o accompagnata da sintomi transitori di tipo neurologico.

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