Giorgio Panariello con “Story”: «Ecco che cosa vi farò vedere nello spettacolo di San Severino»

Giorgio Panariello
Giorgio Panariello
di Chiara Morini
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Martedì 27 Luglio 2021, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 08:40

SAN SEVERINO - Comico, cabarettista, attore, imitatore, conduttore televisivo: Giorgio Panariello farà tappa con il suo tour “Story” domenica 1 agosto, alle ore 21,30, sul palco di piazza del Popolo a San Severino Marche (Info: 0733 865994).


Panariello, come nasce lo show?
«Era il periodo del lockdown, e stavo scrivendo “Favola mia”, che porterò nei teatri nella prossima stagione 2022, dopo il rinvio di quest’anno. Stavo raccogliendo tanto materiale e tanti ricordi, troppi per quello spettacolo. Volevo raccontare altri aneddoti e miei personaggi, ma stavano rimanendo fuori. Ecco dunque la nascita di “Story”».

È da qui che deriva questo titolo?
«No, non l’ho fatto perché racconta la mia storia, ma mi sono ispirato alle stories di Instagram. Sono tutti episodi legati alla mia vita e alle mie musiche, tanti incontri che se all’epoca i social fossero esistiti, li avrei postati per metterli in evidenza. Ma sarebbero andati persi: allora li condividevo con chi mi seguiva, e questa condivisione ha quasi anticipato l’avvento dei social».


Quali sono le storie che racconta?
«Storie per me grandi. Da quando lavoravo, in Versilia, al cantiere navale di una ditta di Ancona: osservavo le grandi barche e immaginavo una mia vita futura. Mi incuriosiva, e la sognavo, la ricchezza. Il mio personaggio Naomo nasce proprio da lì, l’abbinavo con la mia vita, inventavo le vacanze e così è nato “Mario il bagnino”».


Cosa può dirci delle Marche?
«Vengo spesso nelle Marche, regione splendida.

Ho collaborato con il regista Giampiero Solari, vostro ex assessore, e con Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti ho debuttato lì. Se posso, e gli impegni me lo consentono, vengo sempre almeno un giorno prima per vedere i miei tanti amici».


Quando ha capito che doveva lavorare nel mondo dello spettacolo?
«L’istinto l’ho sempre avuto. A 8 anni mi intervistavo da solo con la spazzola al posto del microfono, davanti allo specchio del bagno dei miei nonni. A scuola la professoressa spiegava e io firmavo i quaderni, mi piaceva stare al centro dell’attenzione. Sono stato fortunato e pronto a sfruttare le occasioni che mi si sono presentate».


Difficile riassumere 40 anni di carriera in un solo spettacolo?
«Si certo, è proprio perché farlo con “Favola mia” era praticamente impossibile che nasce “Story”, diciamo così uno spin off di quello che vedrete a teatro l’anno prossimo».


Il ruolo che le ha dato più soddisfazione?
«Renato, sicuramente, ma anche Mario il bagnino che mi ha fatto conoscere».


Quello che vorrebbe fare e ancora non ha fatto?
«Vorrei fare l’influencer, come avrebbe fatto Alberto Sordi, che se fosse in vita oggi lo farebbe. Cerco di trovarne uno, magari anche donne che ho fatto una volta sola, ma magari con non troppi follower. Un po’ come il “mio” bagnino».


Nella sua agenda futura?
«C’è molto. Sono al lavoro con Marco Giallini per sei appuntamenti con “Lui è peggio di me”, dove sperimenteremo, Rai 3 lo permette. Tornerò a “Tale e quale show”, e poi lavorerò per organizzare le date di “Favola mia”. Devo rivedere alcuni dettagli, alla base c’è la mia storia, anche personale con mio fratello e i miei nonni, con spunti di approfondimento. In un anno è cambiato molto. Non metterò troppa pandemia, ne abbiamo abbastanza. Un cenno ai vaccini ma zero alle mascherine».

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