Hu in corsa per un posto a Sanremo: «Voglio arrivare all'Ariston»

L’artista e producer fermana Hu, al secolo Federica Ferracuti
L’artista e producer fermana Hu, al secolo Federica Ferracuti
di Andrea Maccarone
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Venerdì 13 Novembre 2020, 08:10

FERMO - L’elettro-pop di Hu in corsa per un posto a Sanremo. L’artista e producer fermana Federica Ferracuti proprio in questi giorni è nel pieno dell’avventura Ama Sanremo, il contest condotto da Amadeus per condurre le migliori nuove proposte sul palco dell’Ariston.
Federica, ma che significa Hu?
«È il nome di una divinità egizia non personificata, che dava all’uomo il pensiero creativo e l’arte. Quando mi sono imbattuta su questa storia me ne sono subito innamorata e mi sono detta: “se dovessi creare un progetto artistico voglio chiamarlo così”. Ecco il motivo».
Dagli studi in chitarra jazz all’elettronica. Come mai questo passaggio?

 
«In realtà è avvenuto in maniera naturale. Fin dall’inizio del mio percorso di studi ho approcciato gli strumenti musicali come un mezzo per comporre. Così mi sono appassionata non solo alla chitarra, ma anche a basso, pianoforte, batteria».
E il computer?
«È arrivato a un certo punto, quando mi sono lasciata affascinare dall’aspetto matematico della musica. Tanto che mi sono laureata al conservatorio di Pesaro in informatica applicata al suono. Avendo più chiaro il mondo del synth è stato più naturale comporre musica sfruttando il digitale».
È nato così il suo stile elettro?
«Chiariamo una cosa: non sono mai stata un’appassionata della discoteca, ma fin da ragazzina trovavo interessante la musica disco. Così ho cominciato a produrla. Poi mi sono sentita attratta dalla scena techno di Berlino, e da lì ho cominciato a fare un crossover tra musica pop e sonorità clubbing».
Veniamo ad Ama Sanremo, come mai l’idea di partecipare?
«È stata una scelta dell’ultimo momento. Abbiamo consegnato il brano a pochi giorni dalla scadenza delle iscrizioni. L’idea è venuta al mio team discografico. Non abbiamo scritto un pezzo appositamente per partecipare, ma abbiamo pescato dal mio repertorio. Quindi abbiamo puntato sul brano “Occhi niagara”».
Perchè questo titolo?
«Niagara è un pantone, un tono di colore. Ma la parola richiama anche le cascate, l’immaginario dell’acqua. Mi piaceva unire questi concetti, ma la canzone parla di vita quotidiana. Di albe che bruciano sui locali, come quando torni a casa che è già mattina e ti butti sul divano e fai conti con la vita».
Come nascono le sue canzoni?
«In maniera istintiva. La mia giornata tipo si svolge così: piano e voce, stop. Di solito, quando mi arriva l’ispirazione, impiego massimo quindici minuti per comporre la linea principale della canzone. Poi faccio subito una prima revisione. Lascio lì la canzone per qualche giorno, la faccio sbollire. Poi, a mente fredda, ci ritorno sopra».
E l’ispirazione da dove arriva?
«Generalmente da una linea melodica strumentale. Parto da lì, e poi vado ad aggiungere. Di solito scrivo il brano dall’inizio alla fine, tutto d’un fiato. Mi permette di vedere in modo dinamico come vanno assemblate le varie parti».
Se dovesse centrare l’obiettivo Sanremo come pensa di viverlo?
«Non nascondo che ogni tanto sogno a occhi aperti.

In realtà saprei solo come andrei vestita. Ma non voglio svelarlo. Se succederà…».

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