Frankie hi-nrg mc nel piazzale di Lido Tre Archi: «Adesso vi faccio ballare per davvero»

Frankie hi-nrg mc nel piazzale di Lido Tre Archi: «Adesso vi faccio ballare per davvero»
Frankie hi-nrg mc nel piazzale di Lido Tre Archi: «Adesso vi faccio ballare per davvero»
di Chiara Morini
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 11:44

FERMO - Basterebbe già nominare Frankie hi-nrg mc, al secolo Francesco Di Gesù, per presentarlo: la sua carriera musicale parla da sé. Il rapper e produttore torinese sarà alle 21,30 di oggi al piazzale del nuovo parcheggio sul lungomare di Lido Tre Archi, Fermo, per il primo dei tre appuntamenti con l’Arco Festival voluto da Ambito 19 e Comune. Il dj set, organizzato con Eclissi Eventi, sarà aperto da Stritti + JBeat e Mess + Millet (ingresso libero). 

Frankie hi-nrg mc, come sarà la serata? 
«Solitamente non parto da un programma, ho un mio repertorio che spazia dall’hip hop all’electro o elettronico, attingendo a tutti i periodi musicali, dai ‘90 ai 2023».

Trent’anni fa, quando ha iniziato, di rap ce n’era ben poco, oggi sembra che si debba fare solo quello, cosa è successo nel frattempo?
«Si sono fatti proseliti. Quando ho iniziato io il rap era di nicchia, oggi non lo è più, è accaduto lo stesso con il rock, la musica si evolve e diventa appetibile ai giovani».

Cambierà tanto anche il pop? 
«Difficile prevedere, bisognerebbe avere la sfera di cristallo, ma forse qualcosa cambierà, si integrerà con le sonorità africane che secondo me sono destinate a diventare più frequenti, ci sono già oggi delle proposte davvero molto interessanti». 

Trap e sottogeneri del rap, rischiano di fare concorrenza all’hip hop?
«Oggi vedo 14enni ballare al ritmo della musica anni ‘70 e ‘80. Il tempo ci dirà se resterà qualcosa della musica dei nostri anni ‘20».

Prima c’era più gavetta oggi sembra essersi ridotta: come mai? 
«Si potrebbero fare tanti esempi.

Ci sono persone che hanno intuizioni e fanno successo, con persone più grandi di loro che li gestiscono e riempiono spazi grandi come gli stadi, perché sembra che i palazzetti non bastino più. I coetanei li vedono e pensano che sia possibile fare cose simili. In passato era più raro. Oggi ci sono metriche falsate».

Un successo troppo rapido quindi? 
«Come dicevo in passato capitava raramente di arrivare al successo con solo un brano. Personalmente mi piace il brano di Annalisa, sia come interprete che come racconto. Ma guardando al passato ricordo che prima un brano diventava familiare e noto al pubblico, poi lo si sceglieva per gli spot. Oggi succede anche il contrario. Ma chi arriva al successo deve saperselo mantenere. Io sono contento di essere entrato sul mercato 30 anni fa, oggi sembra un po’ “falsato”».

Ha collaborato con molte persone, quella che ricorda con più piacere?
«Sono state tutte belle e stimolanti, ma potrei citarle quella più divertente in assoluto, quella con Paola Cortellesi. Risale a quando lavoravo all’album “Ero un autarchico”. Un lavoro, quello insieme a lei che ha fatto crescere la nostra amicizia. Paola è una professionista pazzesca, caratterizzata da una sublime autoironia, che la rende davvero molto divertente. Lei è entrata in più pezzi di quell’album e l’ho trattata ora come comica, ora come corista: lei è come una macchina da guerra, ti dà quello che le chiedi».

Un invito o saluto al pubblico? 
«Venite, ma fatelo senza aver ballato, perché vi farò ballare davvero molto».

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