FANO - Benedetto dall’alto dalla Madonna della Misericordia, che domina il soffitto a cassettoni della chiesa del Gonfalone, un pubblico di architetti, archeologi e cittadini fanesi ha assistito ieri alla presentazione del 16esimo numero della rivista Mappe.
La città di Fano è stata scelta, come ha precisato Cristiana Colli, direttrice del periodico di “luoghi, percorsi, progetti”, perché rappresenta un modello eccellente di recupero del centro storico. «La città sta vivendo una stagione molto interessante di rigenerazione urbana, nel nome di Vitruvio». Il nume tutelare di Fano è l’artefice di una basilica nel tessuto cittadino di età tardo repubblicana di Fanum Fortunae, oltre che di un trattato fondamentale, il “De Architectura”. La sala restaurata della chiesa, adibita a luogo laico di cultura, è sembrata il luogo ideale per accogliere il numeroso pubblico di una presentazione, che è servita a divulgare gli interventi attivati dal Comune di Fano, in un organico programma di investimenti pubblici e privati. «La città è così diventata – ha osservato la Colli - un autentico laboratorio del contemporaneo, legato alle nuove edificazioni, al riciclo di aree e siti, fino al ridisegno di parti dello spazio pubblico».
Dopo i saluti dell’editore, l’industriale Vittorio Gagliardini, ad accogliere con orgoglio gli ospiti, in sostituzione del sindaco Seri, è stato il vicesindaco Cristian Fanesi. Era il più titolato, in quanto assessore al Governo del Territorio, a rappresentare l’amministrazione comunale che sta portando avanti un’illuminata strategia di recupero e riuso di edifici monumentali: ex caserme, complessi monastici e archeologia industriale.
L’autore del progetto, l’architetto Italo Rota, ha previsto un’originale torre in legno, par dare ventilazione al complesso, e una scala vetrata, circondata da una serra a coltivazione idroponica. La riconversione della ex Filanda Bosoni, alle porte della Flaminia, è il secondo progetto cui Marchegiani ha dato rilevanza, in quanto la scoperta, nel sedime della fabbrica, dei resti del teatro romano, a ridosso del Criptoportico del tempio della dea Fortuna, ha generato una serie di interventi, tra cui la creazione di un Antiquarium. Passato antichissimo e futuro in dialogo, in una “acropoli culturale”, che Vitruvio approverebbe, come ha ricordato il professor Francesco Benelli dell’Università di Bologna: «I parametri codificati dal suo trattato fondamentale sono tuttora applicabili magnificamente anche all’architettura contemporanea».