Celestini sul palco a Fano con “I parassiti” racconta i giorni del Covid-19

Ascanio Celestini accompagnato sul palco da Gianluca Casadei alla fisarmonica
Ascanio Celestini accompagnato sul palco da Gianluca Casadei alla fisarmonica
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 01:20

FANO - Torna nelle Marche uno dei narratori più interessanti del teatro italiano, con un lavoro di scottante attualità: “I parassiti. Un diario nei giorni del Covid-19”, in scena oggi, venerdì 19 febbraio (ore 21.15) dal Teatro della Fortuna di Fano per “AMATo Teatro a Casa Tua! Atto secondo”, rassegna di spettacoli in streaming promossa dal Comune di Fano/Fondazione Teatro della Fortuna e dall’Amat.


Dopo essere stato il primo attore a tornare in scena subito dopo il primo lockdown del 2020 (a mezzanotte e un minuto dal teatro Sperimentale di Pesaro il 15 giugno scorso), Celestini, accompagnato sul palco da Gianluca Casadei alla fisarmonica, affronta il racconto di questa terribile pandemia che ha colpito le nostre coscienze con la sua caratteristica graffiante ironia, per sondare e stimolare una analisi profonda del nostro modo di essere, e soprattutto di vivere, in un momento che ha sconvolto completamente ogni nostra certezza. «Siamo stati presi di sorpresa dalla pandemia – afferma Ascanio Celestini - ma l’abbiamo interpretata. Ci hanno mostrato la fotografia del parassita e anche i numeri, le carte geografiche che cambiano colore con la diffusione del virus e i grafici.

Abbiamo un’idea razionale della malattia. La gestiamo così bene che qualcuno la sta persino negando. Ma quel numero così alto di morti ci ha disorientato. E all’inizio abbiamo pensato che fosse proprio il numero, la quantità. E invece è una questione di qualità».


«Non siamo più preparati - aggiunge Celestini - per la morte. I cadaveri non ci fanno una grande impressione. Non ci perturbano più di tanto. Ma siamo sconvolti dal nulla che se li porta via. Non sappiamo che fare. Mia madre e mia nonna avrebbero messo in moto tutta una serie di riti piccoli e grandi, consapevoli e inconsapevoli. Avrebbero saputo cosa cucinare e come, cosa bere e mangiare, chi chiamare e quali parole dirgli, come e dove e quando pregare. Noi no. Noi abbiamo bisogno delle cose materiali. Senza il corpo del morto restiamo immobili con la testa vuota. Così mi sono messo a raccontare e a scrivere. A fare qualcosa che non avesse un corpo. Perché il lutto è immateriale come la memoria, le parole, i sogni». Lo spettacolo è visibile dal portale www.marcheinscena.it, acquistando un biglietto a €5 su vivaticket.com.

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