I mestieri in bicicletta tra passione e ingegno, riapre a Fabriano il museo nella nuova sede di via della Ceramica

I mestieri in bicicletta tra passione e ingegno, riapre a Fabriano il museo nella nuova sede di via della Ceramica
I mestieri in bicicletta tra passione e ingegno, riapre a Fabriano il museo nella nuova sede di via della Ceramica
di Saverio Spadavecchia
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Martedì 25 Aprile 2023, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 15:42

FABRIANO - Riapre a Fabriano il Museo dei mestieri in bicicletta. La nuova apertura prevista da questa mattina accoglierà all’interno della nuova sede in via della Ceramica (precedentemente e prima del trasferimento a Gubbio la sede museale si trovava lungo via Gioberti) una esposizione in grado di unire passione e ingegno. 

 
La passione


Il museo, nella sua prima versione, nasce qualche anno fa grazie all’enorme passione di Luciano Pellegrini per le due ruote e la meccanica che lo portarono a ricercare e a scovare in oltre 40 anni di passione quelli che sarebbero poi diventati gli elementi di una mostra unica nel suo genere. La raccolta si compone di circa 50 biciclette, molti i mestieri rappresentati all’interno dell’esposizione di via della ceramica. Da qui deriva il nome di Museo dei mestieri in bicicletta, con mezzi realmente utilizzati a raccontare fatica e sudore. Dagli anni Venti fino ai Sessanta del secolo scorso, si sono avvalsi di questo mezzo di trasporto in modi che oggi ci sembrano davvero impossibili. Dal pompiere all’orologiaio, dallo scrivano di lettere al barbiere, allo stracciarolo, al prete, al maestro e anche allo spazzacamino. Quella di oggi, così come quella “passata” è una mostra in grado di far tornare indietro nel tempo i visitatori perché quelle due ruote rappresentano un mondo passato ma non dimenticato.


I piccoli artigiani


Un mondo solo apparentemente “antico” perché fatto di piccoli artigiani, ambulanti e professionisti che per esigenza lavorative saltavano in sella alla loro due ruote ed andavano di comune in comune con le proprie biciclette esplorando le vie dei centri abitati per mettere a disposizione i propri servizi.

Alla collezione di Pellegrini si unisce quella di Valentino Agostinelli che aveva già esposto in passato i suoi modelli nella mostra “Biciclette dal passato”. Esprime soddisfazione l’assessore al turismo della città della carta Andrea Giombi: «Come amministrazione abbiamo voluto a tutti i costi riattivare questa esposizione – commenta – il museo oltre a raccogliere tanti mestieri in bicicletta racconterà anche l’evoluzione tecnica delle due ruote nel corso degli anni. Per quanto riguarda la promozione del museo ci impegneremo affinché possa entrare a pieno titolo all’interno della proposta museale cittadina. Per il futuro valuteremo poi una serie di azioni per spingere ulteriormente questo museo».


Il simbolo


La bicicletta è uno dei simboli dell’innovazione e della voglia imprenditoriale dell’essere umane, che nasce in Francia nel 1791, ma è solo nel 1884 – dopo vari aggiustamenti tecnici – che prende la forma che noi oggi conosciamo, con le due ruote di uguali dimensioni e trasmissione a catena sulla ruota posteriore. Agli inizi del secolo scorso diviene un bene comune e un mezzo di locomozione, durante la prima guerra mondiale, la bicicletta viene utilizzata dai bersaglieri, ma è soprattutto tra i ceti medi e più poveri che trova diffusione come principale mezzo di spostamento fino al 1960, prima del boom economico.

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