Iacchetti arriva nelle Marche, sarà protagonista con Belvedere in “Bloccati dalla neve”: «Il teatro? La mia psicanalisi»

Enzo Iacchetti con Vittoria Belvedere in una scena di “Bloccati dalla neve”
Enzo Iacchetti con Vittoria Belvedere in una scena di “Bloccati dalla neve”
di Chiara Morini
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 04:40

POLLENZA - Enzo Iacchetti e Vittoria Belvedere saranno “Bloccati dalla neve”: è questo il titolo dello spettacolo che porteranno in scena domani, 17 marzo, al Verdi di Pollenza, il 18 al Rossini di Civitanova, il 19 al Piermarini di Matelica e il 20 al Serpente Aureo di Offida.
Iacchetti, che storia sarà?


«L’ha scritta l’americano Peter Quilter, durante il lockdown 2020, ma non si parlerà di virus. L’ambientazione è un villaggio di case sperdute. In una abita Patrick, il mio personaggio. Ha una certa età e ama stare da solo. C’è una grandissima nevicata e la polizia vieta di uscire di casa, quasi come fosse un lockdown. A un certo punto alla porta di Patrick bussa Judith, il personaggio di Vittoria Belvedere: una signora sulla cinquantina, un po’ folle e sexy, che chiede pane e uova. Prova a farla uscire, ma niente, lei resta bloccata lì dentro. E stop, il resto a teatro!».
Cosa trasmette?
«Si parla di solitudine, del rapporto tra due persone opposte. Ma si ride parecchio: lei entra subito e fa come se fosse a casa sua. Si racconta di una convivenza forzata, ma non si parla di malattia. Tutti gli spettatori si ritroveranno: quelli più precisi e riservati si immedesimeranno in me, quelli più estroversi, gioiosi e aperti alla vita, in Vittoria Belvedere. Nei nostri personaggi ovviamente. È una storia con cui si può sdrammatizzare questo brutto periodo».
Cosa rappresenta per lei il teatro? 
«La mia psicanalisi. La prima volta che sono salito su un palco avevo nove anni. Da allora non ho smesso, guai se me lo togliessero. Ora sono pronto a tornare dopo tre anni».
Quarant’anni di carriera dopo: era questa la vita che sognava?
«Da piccolo volevo fare proprio questo. Sono molto fortunato: ho fatto quello che volevo nel modo in cui volevo, sono un uomo realizzato. Ora non ci sono più sit-com in televisione, come quando ho cominciato, ma mi arrivano tanti copioni da leggere per il teatro. Ben venga il teatro, speriamo possa rinascere. E poi me lo lasci dire: menomale i due – tre mesi di Striscia la notizia all’anno».
Su Striscia la notizia, sempre con Ezio Greggio, vero? 
«Assolutamente sì. Ormai siamo una coppia rodata, non facciamo più fatica. Siamo la coppia storica di Striscia. Ci bastano questi due o tre mesi, poi lui va avanti con il “suo” cinema, io con il “mio” teatro». 
Consigli per chi vuole intraprendere la sua strada?
«Fatelo e trovatevi anche un altro mestiere di fianco. Scherzi a parte, bisogna fare teatro a qualsiasi livello. Recitare fa bene, a chi è buono e fa il cattivo e viceversa, si sta insieme, è una prova di vita. E anche se non si è professionisti, è terapeutico, è un modo per vivere qualche ora fuori dalla realtà. Una finzione, ma anche questo aiuta».
Ama le Marche, ma soprattutto…? 
«Le amo tutte, vero, ma Grottammare e Offida in maniera particolare. A Grottammare per anni ho partecipato al festival del cabaret, a vario titolo. Ho anche casa. E poi mi chiedo: come si fa a vivere senza il vostro mare, come si fa a stare lontani da Offida e dai suoi vini?».
Dopo la tournèe?
«Mi godo il mare marchigiano e poi dopo l’estate riprendo nelle grandi città».

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