Belvedere con Iacchetti in “Bloccati dalla neve” a Sant’Elpidio a Mare e a Corinaldo: «La mia Judith così tenera»

Belvedere con Iacchetti in “Bloccati dalla neve” a Sant’Elpidio a Mare e a Corinaldo: «La mia Judith così tenera»
Belvedere con Iacchetti in “Bloccati dalla neve” a Sant’Elpidio a Mare e a Corinaldo: «La mia Judith così tenera»
di Chiara Morini
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Domenica 5 Marzo 2023, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 14:33

SANT'ELPIDIO A MARE - «Un compagno di avventure generoso», così Vittoria Belvedere definisce Enzo Iacchetti con il quale sarà protagonista oggi, domenica 5 marzo, alle ore 17 al Teatro Cicconi di Sant’Elpidio a Mare (info: 0734859110) e martedì 7 marzo, alle ore 21,15, al Goldoni di Corinaldo (info: 3386230078), in “Bloccati dalla neve”. Lo spettacolo fa parte delle stagioni volute dai comuni e dall’Amat. 


Vittoria, che personaggi sono la sua Judith e Patrick? 
«Judith piomba nella vita di Patrick come una valanga o un fiume in piena. L’ambientazione è quella di un lockdown atmosferico, durante il quale Judith rimane bloccata da Patrick, con tutta la sua voglia di vivere. É una donna tenera, dolce, sensibile, ha bisogno di calore umano e a volte spaventa le persone. Anche Patrick, pur essendo misogino e amando la solitudine è un uomo dolce e lei alla fine lo contagia». 

 
Com’è lavorare con Enzo Iacchetti? 
«Meraviglioso! Lui è la persona più dolce che esista sulla faccia della terra, come un cucciolo bagnato sotto la pioggia. Anche nella quotidianità ama la solitudine, lui è simile al suo personaggio Patrick. Sul lavoro è un compagno di avventure generoso. Ci siamo conosciuti 30 anni fa, su un set a Mosca. Alla fine ci siamo ripromessi che avremmo lavorato di nuovo insieme ed eccoci qui».
Siete diventati amici? 
«Molto, poi per un po’ ci siamo allontanati e quando ci siamo ritrovati è stato come quando due vecchi amici si incontrano dopo essersi visti poco tempo prima». 
Lei ha cominciato facendo la modella, com’è stato il passaggio alla recitazione?
«Avevo fatto un servizio fotografico per una copertina e allora ho conosciuto Paola Petri, poi divenuta mia agente. Fu lei che mi instradò in questo meraviglioso mondo, nel quale a volte faccio fatica a stare». 
Perchè? 
«A volte capita che quando mi trovo a lavorare in concreto ho paura del personaggio e ogni sera mi dico “chi me lo ha fatto fare”? Io sono timida e riservata, odio i riflettori, ma di questo lavoro amo il fatto di poter giocare a essere altri personaggi».
Pensando a Judith o Antonia in “Figlie di Eva”, quanta forza crede che abbiano le donne? 
«Noi donne se ci uniamo possiamo fare cose ben più forti e sostanziose. Non a caso siamo noi che facciamo i figli».
Le donne oggi sembrano avere un gran protagonismo, che ne pensa?
«Finalmente abbiamo voce in capitolo e ora che si è “aperto il vaso” facciamo cose che prima facevano solo gli uomini. Non amo le rivalità tra donne e ancora vorrei dire che pur avendo la parità dei sessi, finora non si sono visti i vantaggi».
Quanto può aiutare, per questo, il teatro? 
«Ognuno di noi si innamora di un personaggio e delle sue attitudini. C’è chi si rivede nella solitudine di Judith, qui in “Bloccati dalla neve” o nella sindrome di Tourette della figlia Antonia in “Figlie di Eva”. Qualunque sia il problema, gli ostacoli si possono superare, il teatro aiuta». 
Consigli a chi comincia a farlo?
«Studiate.

Io, vuoi perché ho iniziato a fare la modella a 16 anni e, vuoi per altre ragioni, ho tralasciato la scuola. Oggi, dopo 35 anni, però la farei e mi impegnerei. Qualunque sia il sogno, ci deve essere un piano B, perché è sempre più difficile entrare. Nessuno regala nulla».

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