Da Fano all’India ha ottenuto 500 premi, i 30 anni della carriera di Simone Massi artista della animazione

Simone Massi
Simone Massi
di Marco Spadola
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 07:28

Dal primo nella vicina Rimini all’ultimo arrivato addirittura dall’India. Ha tagliato un traguardo straordinario, ben 500 premi vinti, il pergolese Simone Massi, tra i più grandi registi di cinema d'animazione del mondo. Una bacheca stracolma di riconoscimenti, nella quale spiccano i prestigiosi David di Donatello e i Nastri d’Argento, e il recente Premio Carlo Lizzani alla Mostra di Venezia. Massi lo ha ottenuto con Invelle, suo primo lungometraggio. 

La soddisfazione

«Sono molto contento, oggettivamente – evidenzia Massi - si tratta di un numero impressionante. Impossibile anche soltanto da immaginare, trent'anni fa, quando realizzavo le prime sequenze animate all'interno del Palazzo Ducale di Urbino, dove allora aveva sede la Scuola del Libro». Un percorso in cui le difficoltà non sono mancate: «Alcune per scelte personali come lo stile cupo e le tematiche che non concedono niente allo spettatore. I miei personaggi infatti, non hanno nome, voce e colore, nelle mie storie non c’è mai un cattivo da sconfiggere, un problema da superare. Poi continuano a esserci difficoltà in cui sento di non avere colpa, dovute a un sistema che non è riuscito a capire che il cinema d’animazione d’autore è un’Arte con la maiuscola e merita attenzione, sostegno, rispetto. Problemi a non finire e si è riusciti comunque ad arrivare a questo traguardo notevole».

Raggiunto in trent’anni di carriera: «Ancor più che la cifra tonda dei premi sono significativi per me proprio gli anni che ho impiegato per metterli insieme: per tre decenni sono riuscito a essere costante sia come impegno che qualità dell'opera prodotta.

Per me in assoluto il dato più significativo e sorprendente».

Nel 1996 a Fano un premio collettivo

Massi riavvolge il nastro fino al 1996: «La prima volta che salii sul palco, al festival di Fano, per un premio collettivo, assegnato alla sezione di disegno animato della Scuola del Libro di Urbino. Aveva presentato in concorso una decina di cortometraggi e un terzo di questi erano i miei. Nel 1997, al festival Cartoon Club di Rimini, vinsi con Immemoria, Il cortometraggio d’esordio, il mio primo premio in solitaria. In questi giorni, al festival Santa Dev di Kallal, in India, il cinquecentesimo assegnato a In quanto a noi, lavoro che fra i miei migliori in assoluto, con la partecipazione nientemeno che di Wim Wenders. In mezzo novemilasettecento giorni e centinaia di riconoscimenti, alcuni, penso ai David di Donatello, ai Nastri d'Argento, al Premio Flaiano, mi hanno dato emozioni forti, da far girare la testa, altri più piccoli ma comunque degni di rispetto».

Premi che gratificano e fanno guardare al futuro con più fiducia: «Tutti quanti mi hanno dato un momento di gioia e la spinta per andare avanti, per continuare a fare un lavoro che amo profondamente. E che rimane complesso, faticoso, per certi versi fuori dal tempo. L’ho visto con il mio lungometraggio d’esordio, Invelle, presentato a Venezia, salutato da sei minuti d’applausi, con decine e decine di critiche entusiastiche, e nonostante questo ancora senza distribuzione e una data di uscita nelle sale. Sono cose che si faticano a capire, che ti buttano a terra. Ma nessuno meglio di me sa che questi momenti ci sono stati e ci saranno, per cui cerco di prendere il buono, sempre, e pensare al prossimo progetto, alle prossime forme da animare».

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