Antonacci conquista il PalaRossini
e fa il pieno di note e applausi

Biagio Antonacci sul palco del PalaRossini
Biagio Antonacci sul palco del PalaRossini
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Mercoledì 19 Novembre 2014, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 11:38

ANCONA – Fa il pieno Antonacci. Non solo al PalaRossini.

Ma anche per le vie di accesso al palas dorico. Lunghe code per arrivare, ma poi è spettacolo puro. Un grandissimo abbraccio quello di Ancona a Biagio. Lo scenario è quello di un grande spettacolo. Effetti di luce, 5 megaschermi dietro al palco centrale che ospita i musicisti a cui è collegata una lunga passerella laterale, che si snoda attraverso pedane tonde più piccole per permettere a Biagio Antonacci di occupare quanto un ampio spazio in mezzo al pubblico, come di consueto nei suoi spettacoli. E’ evidente lo scopo di intrattenere gli spettatori con un contatto che sia il più possibile ravvicinato.

“Sono anni che vengo a cantare in questa città, che ha sempre avuto nei miei confronti una grande attenzione, e allora vi dico grazie Ancona per il vostro affetto”.

Con questa parole Biagio apre il suo concerto che arriva dopo una serie di sold out.

Via alle canzoni con Cado e ha così inizio un'altalena tra passato e presente che vede Antonacci tornare a Se Fosse per Sempre e Insieme Finire, per ritornare all'ultimo singolo, Tu Sei Bella, e ripartire da Mi Fai Stare Bene, mentre intorno a lui il pubblico è già caldissimo e il suo palco si illumina come un cielo stellato.

Quello che piace di Antonacci è il suo cantare la vita e l'amore nei suoi aspetti più quotidiani, diretti, immediati.

La vita è nelle sue canzoni naturalmente, così come lui la vede e la interpreta, senza tanti fronzoli, senza nessuna paura, senza finzione.

“Tuti senza voce stasera, tutti innamorati, tutti più sereni e convinti che la pace è quello che ci manca”. Il condensato dell’Antonacci pensiero è chiaro e sintetico. Il pubblico approva, e canta “Il cielo ha una porta sola”. L’energia è il filo conduttore di un concerto che sprizza voglia di amore in ogni nota.

Tra i pezzi anche quella che lui definisce "la mia canzone", ovvero Ti Dedico Tutto, e una Non So a Chi Credere che, dice, non portava più in giro da un po' di tempo e che ormai festeggia i 21 anni: era il 1993 quando il cantautore la portò a Sanremo.

Il concerto fila via senza pause e senza un momento di stanca: giusto il tempo di un medley acustico tra il 'primo' e il 'secondo' atto con Così presto no, Coccinella, Una stanza quasi rosa, Le cose che hai amato di più.

Rapido cambio d'abito e ritorno in scena in camicia bianca e giacca nera senza stop fino alla fine, giusto per l’attesissimo bis con Liberatemi.

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