«Uno sguardo gentile verso tutte le donne». Milena Mancini protagonista di “Sposerò Biagio Antonacci”

Milena Mancini autrice e protagonista di "Sposerò Biagio Antonacci"
Milena Mancini autrice e protagonista di "Sposerò Biagio Antonacci"
di Chiara Morini
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 12:16

SANT'ELPIDIO A MARE Non solo violenza domestica, ma anche la straordinaria capacità delle donne di reagire: Milena Mancini è autrice e protagonista di “Sposerò Biagio Antonacci”, spettacolo diretto dal marito, Vinicio Marchioni, che andrà in scena sabato 13 alle 21.15 al teatro Cicconi di Sant'Elpidio a Mare. L’ispirazione di Mancini, le cui origini sono di San Ginesio, è arrivata da Sibilla Aleramo. Afferma l’attrice: «È stata la prima a denunciare le violenze del marito. Lo spettacolo nasce dopo la pandemia, con i dati delle violenze domestiche che erano schizzati in alto. Se il mio testo può sostenere la lotta contro la violenza sulle donne ben venga».

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La protagonista

Anna, il nome della protagonista, si mostra al pubblico come una donna fragile. «È una persona – prosegue la Mancini – semplice per amore, che per cause di forza maggiore non smette di sognare, continua a dipingere, ascolta la musica di Biagio Antonacci e sogna di sposare il suo amatissimo cantante».

La presenza del cantautore e musicista milanese non è stata casuale. Dice ancora la Mancini: «Ho voluto Antonacci per la sua capacità di raccontare con semplicità l’amore e le donne. Lo abbiamo contattato, gli abbiamo chiesto l’autorizzazione a utilizzare il suo nome per il titolo e lo spettacolo e dopo aver studiato a fondo il testo, Biagio ha creato la giusta sonorità».

La messa in scena

La regia di “Sposerò Biagio Antonacci” è di Vinicio Marchioni. Una scelta voluta, spiega la protagonista, perché «volevo portare al pubblico un testo che parlasse della donna, ma allo stesso tempo offrisse un punto di vista maschile. Oltre a Vinicio alla regia e ad Antonacci alle musiche, gli altri sono tutti uomini, anche le luci di Dino Iovannitti e l’organizzazione affidata aTommaso De Santis». Marchioni è entusista del lavoro: «Mi sono messo a disposizione del lavoro di Milena. Lo spettacolo nasce da lei, ha studiato casi di violenza, ne abbiamo parlato. Io come regista ho avuto la fortuna di vivere questo suo processo creativo e devo dire che avrebbe potuto benissimo fare tutto da sola. Nella messa in scena ho prediletto la semplicità, rappresentando la storia come un lungo interrogatorio, lei è su una sedia e su di lei ho puntato una serie di telecamere. Rappresentano la metafora della gabbia della sua casa. C’è poi un grande schermo che manda le immagini di particolari del corpo di Milena nei panni di Anna». La metafora, qui, anche delle sofferenze nascoste del personaggio di Anna. «Non si parla di violenza – aggiunge Marchioni – per buona parte dello spettacolo. Anna si racconta, dicendo chi era, prima di incontrare il suo uomo. Milena ha anche voluto far sorridere, far vedere una donna capace di ironizzare nei momenti brutti della vita, una donna capace di reagire».

Lavorare insieme, per Marchioni e Mancini è positivo. «È una scoperta continua – dice il regista – si ha la fortuna di condividere il processo creativo, tutto, anche con momenti di scontro». E l’attrice non è da meno: «È più semplice, si economizzano i tempi, ma soprattutto si cresce insieme: non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale». Lo spettacolo sarà a Sant'Elpidio a Mare, a poca distanza dalla San Ginesio delle origini di Mancini, che dice «ci saranno i miei amici storici. Parlerò anche del terremoto del ‘43, con la figura femminile della nonna che nonostante tutto mette al mondo il padre della protagonista. Questo fatto è anche mio, è successo a mio padre». Uno spettacolo, quindi, tutto da vedere e vivere, chiude Marchioni, «per condividere, per provare a togliere, anche negli uomini, gli elementi fisici del patriarcato, per tornare a casa con uno sguardo diverso». «Per tornare a parlarsi e ad avere uno sguardo gentile verso le donne» conclude Milena.

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