Capodanno a Belforte con Vittorio Sgarbi
che ha presentato “Dal cielo alla terra”

Capodanno a Belforte con Vittorio Sgarbi che ha presentato “Dal cielo alla terra”
di Giulia Sancricca
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Venerdì 1 Gennaio 2016, 22:44 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 12:50
BELFORTE DEL CHIENTI - Il 2016, a Belforte del Chienti, parte con un pieno di arte e di cultura.

Ospite d’eccezione il critico d’arte Vittorio Sgarbi, reduce dal malanno e prontamente rispresosi, che per la seconda volta ha deciso di aprire il nuovo anno ai piedi del polittico di Giovanni Boccati, custodito nella chiesa di Sant’Eustachio del capoluogo. Chiesa gremita per assistere alla presentazione dell’ultimo libro del critico “Dal cielo alla terra”.

Come mai proprio Belforte del Chienti? Giovanni Boccati, autore del polittico, è uno degli artisti considerati a torto minori di cui si parla nel libro. Un testo, l’ultimo di Sgarbi, che rientra nella sua raccolta dedicata al patrimonio artistico italiano. Il viaggio culturale, in questo caso parte da Michelangelo e arriva a Caravaggio; da un artista che era solito rappresentare soggetti religiosi ad uno che rappresentava solo ciò che poteva vedere con i suoi occhi. Questo il motivo del titolo del libro.

Dopo l’ironia di Sgarbi in merito al suo ricovero per problemi di salute, avvenuto pochi giorni fa, il critico si è soffermato sul polittico. “Un dipinto al quale tengo molto - ha esordito Sgarbi -. È possibile paragonare l’autore ad un democristiano. Boccati, infatti, si spinge in avanti con il pensiero, ma rimane un po’ indietro. È come il compromesso storico”. Sgarbi fa riferimento al fatto che, nonostante il polittico risalga al 1468, periodo in cui i personaggi venivano rappresentati insieme e gli sfondi erano caratterizzati da paesaggi, Boccati divide le figure nella pala e lascia lo sfondo d’oro. “Non è che non sapesse fare le cose moderne - ha detto Sgarbi -. Diciamo che non voleva. Era un po’ come Renzi”.

Questo terzo libro sarà seguito da altre due creazioni di Vittorio Sgarbi: una che riguarderà il periodo artistico tra Bernini e Canova e l’altro dal 1800 a De Chirico o Fontana. Ad affiancare il critico d’arte, il professor Stefano Papetti che ha parlato dei tre grandi polittici delle Marche realizzati nello stesso anno: oltre a quello custodito a Belforte, ha citato quello di San Severino, realizzato da Nicolò Alunno e quello di Massa Fermana, dipinto da Carlo Crivelli. “Avevo suggerito a Giampiero Feliciotti - ha detto Stefano Papetti - di realizzare proprio in questa chiesa una mostra con i tre polittici e chiamarla “1468 ABC”, come le iniziali dei tre pittori”.

Intervenuto anche l’avvocato Paolo Pinti che si occupa dello studio delle armi raffigurate nei dipinti per risalire all’epoca delle opere. L’evento è stato organizzato da Giampiero Feliciotti, presidente dell’associazione “Belforte nel cuore”. Soddisfatto dell’iniziativa anche il sindaco del piccolo paese, Roberto Paoloni che ha detto: “Iniziare l’anno in questo modo non può che essere di buon auspicio. Sono sempre orgoglioso di essere il sindaco del paese che custodisce la pala più grande d’Europa”.

Presente anche la professoressa Liana Lippi. Ancora una vetrina d’eccezione per la più preziosa opera d’arte di Belforte e non solo, finita nell’ultimo libro di Vittorio Sgarbi.
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