Antonio, l’amico geniale. Rezza domani a La Punte della Lingua dove presenterà il film “Il Cristo in gola”

Antonio, l’amico geniale. Rezza domani a La Punte della Lingua dovde presenterà il film “Il Cristo in gola”
Antonio, l’amico geniale. ​Rezza domani a La Punte della Lingua dovde presenterà il film “Il Cristo in gola”
di Giovanni Guidi Buffarini
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Giovedì 29 Giugno 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:31

Domani sera, il festival La Punta della Lingua torna a ospitare un caro amico geniale, Antonio Rezza, (iper)attivo in teatro, al cinema, in televisione. Alle 21.30 all’Arena Cinema della Mole Vanvitelliana di Ancona sarà proiettato il suo nuovo film, “Il Cristo in gola”. «Ci tengo a dedicare questa serata alla memoria di Marco Morico, un caro amico mio e di Flavia Mastrella che ci ha lasciato l’anno scorso». Mastrella, compagna di Rezza e nell’arte e nella vita, non ha partecipato alla realizzazione del film. «Non voleva trattare questo soggetto. Lavoriamo quasi sempre insieme ma talvolta ciascuno si dedica a un proprio progetto autonomo. Mentre ero impegnato con “Il Cristo in gola” lei ha fatto “La legge”, un film sulla Costituzione”.

La somiglianza?

Perché un film sul Cristo? «Per esigenze performative.

Io assomiglio fisicamente a Gesù, alla sua rappresentazione tradizionale, perciò ho voluto impersonarlo. Per il primo quarto d’ora il film è filologico. Poi non più. Quando entro in campo, cambia direzione, mi sfugge di mano. Io come corpo mi ribello al mio volere di regista. L’emozione prende il sopravvento. Io posso tradirmi, ribellarmi a me stesso. Provo molta pena per gli autori che pensano una cosa e quella fanno, seguono un percorso prestabilito». Niente itinerari prefissati e niente piano di lavorazione comunemente inteso, a tappe forzate. «Il primo ciak risale al 2004, l’ultimo al 2022. Diciott’anni. Il punto è che da quando, all’inizio del millennio, io e Flavia abbiamo abbandonato un sistema cinema in cui per noi non c’era spazio, ecco da allora finalizziamo i nostri film quando vogliamo noi. E li distribuiamo noi». Il pubblico comunque ai vostri film è interessato, quando vengono proposti accorre. «”Il Cristo in gola” ovunque sia stato proiettato ha richiamato molti spettatori. I film in ogni caso si fanno per lasciare qualcosa ai posteri. Quando saremo morti, saranno visti». Questo Cristo non parla. Urla. Perché non ha niente da dire? Perché non c’è niente da dire? «No, niente di così difficile. Volevo mettergli in bocca gli aforismi di Stanislaw Lec. Solo che mi sono accorto di non essere capace di recitarli: non ho la disgrazia di essere un attore. Questa mia incapacità ha generato l’urlo». Il film è girato in bianco e nero e ambientato a Matera: come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini. «È un omaggio a Pasolini, certo. Ed è anche il fatto che se non ambienti un film su Cristo a Matera sei un dilettante». Due parole sul festival di cui è ospite ricorrente? «Ringrazio Valerio Cuccaroni e Luigi Socci per l’opportunità di tornare ad Ancona, che considero la mia città adottiva: qui io e Flavia abbiamo fatto le prime cose a teatro. Peccato che dal 1998 nessuno, tranne La Punta della Lingua, ci inviti a esibirci. Eppure abbiamo vinto il Leone d’oro alla carriera». In caso di pioggia, l’incontro con Rezza e il suo film si terrà al Cinema Italia.

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