Marcorè e Gallione presentano “La buona novella” in prima nazionale ad Ancona: «È avvolgente e spirituale»

Marcorè e Gallione presentano “La buona novella” in prima nazionale ad Ancona: «È avvolgente e spirituale»
Marcorè e Gallione presentano “La buona novella” in prima nazionale ad Ancona: «È avvolgente e spirituale»
di Lucilla Niccolini
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 11:20
ANCONA - Un feeling professionale profondo, quello tra Neri Marcorè e Giorgio Gallione, che li ha portati ad affrontare una sfida: portare in scena l’album “La buona novella”, pubblicato da Fabrizio De André nel 1970. 


Il debutto


Coprodotto da Marche Teatro, lo spettacolo debutta in prima nazionale alle Muse di Ancona, da domani a domenica, a chiudere la stagione di prosa. Neri Marcoré, in completo dalle cinquanta sfumature di blu, coglie una pausa delle prove, iniziate da un mese nel teatro anconetano, per raccontare questa avventura. «Per noi è come chiudere un cerchio, dopo avere affrontato insieme Pennac, Gaber, e lo stesso De André in dialogo con Pasolini. Non potevamo tralasciare questo lavoro di Faber, nel quale viene umanizzata la figura di Cristo». Allora, tra gli ammiratori di sinistra ci fu chi lo criticò, giudicando anacronistico un album a tema religioso, in tempi di contestazione delle tradizioni consolidate.

Un album per Gesù

«Ma si dimostrarono poco attenti», chiosa Gallione, regista e autore della drammaturgia, il quale, col suo dolcevita azzurro, evoca i colori che la costumista Francesca Marsella ha scelto per il cast. Aggiunge: «Ateo e anarchico qual era, sembrava il meno adatto a dedicare un intero album a Gesù. Invece, al centro delle sue canzoni sono i derelitti, gli straccioni, l’umanità. E viene messa in primo piano la condizione femminile, di cui in quegli anni si cominciava a parlare più diffusamente. Non a caso, in scena prevalgono le donne: con Rosanna Naddeo, voce narrante assieme a Neri, le voci di Giua, con la sua chitarra; di Barbara Casini, alle percussioni; di Anais Drago, la violinista; di Alessandra Abbondanza alla fisarmonica, accanto a Francesco Negri, pianoforte».

Continua Giorgio Gallione: «La Maria che ci presenta Fabrizio è una donna, prima ancora una bambina, che si trova catapultata in una situazione più grande di lei, inconsapevole del destino di dolore che l’aspetta». Una donna vera, senza aureola, così come il drammaturgo, sulla scorta di De André, la rintraccia nei Vangeli apocrifi. «Scritti per colpire la fantasia dei fedeli, come fanno i cantastorie». Com’era a modo suo lo stesso Faber, «che – sostiene Neri Marcorè - ha usato questi racconti come metafora. La figura che ci presenta di Cristo è profondamente umanizzata, fisica. Denuncia il potere, con il suo comportamento prova a opporsi a tutti gli autoritarismi». Gallione ha allargato il messaggio di De André con testi che danno alla storia di Gesù una dimensione epica e popolare insieme. La musica commenta i fatti, con le voci di protagonisti e comprimari. Marcorè e Naddeo si alternano nella narrazione.


L’annunciazione e l’infanzia


Neri in particolare ha due monologhi, uno sull’annunciazione e l’altro sull’infanzia: i pilastri di questa sacra rappresentazione laica. Lui definisce questo spettacolo «avvolgente. Non solo coinvolgente: ti prende in un cerchio magico». E accanto a lui, dopo una breve riflessione, Gallione aggiunge: «Per me, che non credo, è il mio lavoro più spirituale». Dopo le repliche alle Muse, dal 18 aprile “La buona novella” sarà presentato al Carcano di Milano. «Ma prepararlo e provare ad Ancona – commenta Neri, con un sorriso timido – mi ha permesso di passare qualche settimana a casa, da mia madre a Porto Sant’Elpidio. E per Pasqua ci ho portato tutta la compagnia, a conoscere la mia terra natale». 

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