Strage di Palermo, la 17enne era lucida: in carcere chiede del papà. «Mamma diceva: mi uccidono, chiama i carabinieri»

di Redazione web
Sabato 17 Febbraio 2024, 19:17 | 1 Minuto di Lettura

«L'ho fatto per il loro bene»

La giovane, dopo l'allarme lanciato da Barreca, il muratore 54enne che ha ammesso di avere ucciso la sua famiglia, è stata trovata nella sua abitazione, alla periferia del piccolo comune del palermitano, con accanto i telefoni cellulari dei due fratelli e della madre, tutti uccisi nel rito che ha provocato la loro morte. A pochi metri di distanza, nell'altra stanza, c'erano i corpi di Kevin di 16 anni e di Emanuel di 5 anni appena.

È stata la stessa giovane, parlando prima con la psicologa della comunità per minori e poi con la Procuratrice, ad aver ammesso di avere partecipato attivamente alle torture delle tre vittime. Insieme con il padre e la coppia arrestata, Sabrina Fina e Massimo Carandente. La giovane ha detto agli inquirenti di avere fatto tutto "per il bene" dei suoi cari "per liberarli dal demonio".

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