Rossi c'è (ancora) e fa impazzire Tavullia che gli consegna le chiavi della città. Malagò: «Vieni alle Olimpiadi?»

Rossi c'è (ancora) e fa impazzire Tavullia che gli consegna le chiavi della città
Rossi c'è (ancora) e fa impazzire Tavullia che gli consegna le chiavi della città
di Gianluca Murgia
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Settembre 2023, 23:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 07:52
TAVULLIA Il silenzio non fa mai lo stesso rumore. Quello che si trasforma in boato, urla e applausi, quando Rossi in perfetto orario sale sul palco di Tavullia, con sfondo giallo Valentino, è unico. «Grazie di essere venuti. E tanto che non lo facciamo. Bello ritornare qui» è il saluto del Dottore, vestito di nero, al suo popolo. TavulliaVale, più che una festa, è un rituale capace di richiamare ogni volta sulla collina che separa Marche e Romagna, ValeLandia, migliaia di persone. Ieri, per la consegna delle chiavi in titanio (firmate Luca Saladino) del Comune, complice l’accredito obbligatorio per 7mila spettatori, c’erano anche norvegesi e giapponesi. Alle 15.30 c’era già chi lo attendeva sulle transenne come ai concerti. Un record, 2 anni dopo aver smesso. 
 
 


La sindaca: «Sei i nostro orgoglio»


«Vale grazie a te ci conoscono in tutto il mondo. Questa chiave, per noi, ha un grande significato: sei una leggenda. Grazie» ha spiegato la sindaca Francesca Paolucci. Se gli encomi alla carriera a volte servono per illuminare chi non splende più, questo non è il caso: Valentino chiavi in mano è ancora oggi una icona mondiale, un testimonial unico. Il governatore Acquaroli, in prima fila, magari avrà preso appunti («Un orgoglio marchigiano che ha conquistato il mondo») seduto vicino a Malagò, Copioli (Fmi) e mister Dorna Ezpeleta. «Vale, vieni alle Olimpiadi con noi a Casa Italia - è stata la proposta di Malagò - Sei un gigante, un esempio». E’ stata una lunga emozionante serata, alternati a video da occhi umidi. Piccoli viaggi nel tempo con Guido Meda nelle vesti di Emmet Brown, il Doc della situazione.

Francesca, madre di sua figlia Giulietta, in prima fila con i suoi genitori e mamma Stefy («Non voleva venire stasera») e Dj Ralf (che ha fatto ballare la piazza nell’attesa). Show a parte quello di babbo Graziano: «Quando ho capito che era forte Vale? A Donington. in 500. Tardi? No, dicevo sempre vediamo...». Subito, sul palco, anche i ragazzi dell’Academy tra i quali Pecco Bagnaia («Che bello vederti in piedi»). Guido Meda, nella diretta Sky condotta con Mauro Sanchini e Vera Spadini, avvisa: «Tavullia è il più piccolo comune con la più alta percentuale di piloti. Sindaca Francesca, prepara le chiavi». Intanto, suonano le campane: la scenografia è perfetta. Perché Valentino sta a Tavullia come Tavullia sta a Valentino. Dai cartelli del benvenuto in città, ricoperti di adesivi e scritte, fino al nuovo murale: iconolatria pura, come le mani dei fedeli sugli affreschi. Insomma, Vale ha sorpassato alla grande la sindrome tottiana da “Speravo de morì prima”. La nostalgia è durata poco «anche se ora è bello anche quando incontro Biaggi».


Uccio, Cremonini e la famiglia


Non potevano mancare Uccio vestito da Uccio (pantaloni corti e cappellino, anche oggi che è direttore del team Mooney ) e Cremonini che fa il Cremonini («Che belli i signori alle finestre: questo è il posto più bello del mondo»). Valentino è stato più Rossi diversi negli anni. «Ero alla Coop a Pesaro con Stefania quando ho visto la tartaruga ninja. Me l’ha comprata e l’ho messa sul casco delle minimoto. Ancora oggi la porto alle gare in auto – ha raccontato Vale -. Le scenette? Le progettavamo al Bar Sport. Perché abbiamo smesso? Perché vincevo di meno. Ed è stato meglio così: ora tutti se le ricordano. La vittoria più bella? Welkom. La più emozionante quella di Barcellona, c'era in ballo il Mondiale. Prima delle gare ascoltavo sempre "Siamo Solo Noi" di Vasco. Ieri ho portato Giulietta a Misano: è appassionata di moto, anche troppo. E comunque io ho smesso ma non smesso: ora ho le auto». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA