Guardia medica sguarnita, i dottori delle Usca non coprono i turni. Verso l'attivazione del servizio di telemedicina

La postazione di Fano della guardia medica, ora aperta solamente il sabato notte e la domenica giorno e notte
La postazione di Fano della guardia medica, ora aperta solamente il sabato notte e la domenica giorno e notte
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 05:45

FANO - «È un bene che la Regione Marche abbia aumentato il compenso per i medici di continuità assistenziale da 23 a 40 euro all’ora, ma forse possiamo fare anche qualcosa in più perché attualmente i medici liberati dal servizio delle unità speciali di continuità assistenziale (le Usca che visitano a casa e negli ospizi i pazienti Covid, il cui numero è stato ridotto, ndr) non stanno andando a lavorare nella guardia medica».

Operativi 4 medici invece di 13
È quanto ha segnalato ieri nell’assemblea legislativa delle Marche il consigliere Luca Serfilippi della Lega, replicando alla risposta data dall’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini alla sua interrogazione urgente sull’emergenza del servizio di continuità assistenziale in tutta la provincia, che vede in particolare nel comprensorio fanese la chiusura della postazione di Mondolfo e l’operatività nella sede di Fano solamente di 4 medici ad aprile rispetto alla precedente dotazione di 13.

Motivo per cui, come ha comunicato l’assessore, il servizio di guardia medica viene garantito solamente il sabato notte e la domenica giorno e notte nel presidio di Fano.

La mancata programmazione nazionale
«La carenza dei medici di continuità assistenziale è presente non solo nelle Marche ma a livello nazionale - ha affermato Saltamartini -. Il tema riguarda la mancata programmazione nella formazione dei medici e il limite alle assunzioni derivante dal tetto di spesa».

In una precedente seduta l’assessore aveva comunicato che nell’Area vasta 1 sarebbe stato istituito un centralino telefonico, affidato a un infermiere, per trattare le chiamate indirizzate alle postazioni di guardia medica chiuse, per rispondere agli utenti e, quando necessario, deviare le telefonate al medico della postazione contigua aperta.

Ieri Saltamartini ha affermato che sarà attivato un vero e proprio servizio di telemedicina per trattare i malati cronici che non possono raggiungere la guardia medica, realizzando con la tecnologia, paradossalmente, un potenziamento del servizio laddove è particolarmente acuta la carenza di personale.

«Abbiamo avviato un percorso di telemedicina - ha dichiarato l’assessore regionale - i cui frutti potranno essere valutati dai cittadini le prossime settimane, dobbiamo consegnare dei presidi di teleconsulto per le persone con patologie croniche o che richiedono assistenza continua».

Altre risposte, ha sottolineato Saltamartini, potranno venire dal potenziamento nazionale delle specializzazioni mediche. 

Si teme un’ulteriore riduzione del servizio
Serfilippi ha paventato un’ulteriore riduzione del servizio di continuità assistenziale, da lui giustamente considerato fondamentale, perciò si è appellato all’assessore, di cui ha apprezzato l’impegno, perché scongiuri ulteriori chiusure, segnalando che «le carenze sono colpa di chi c’era prima perché il problema è nazionale e l’incompatibilità con la medicina generale non giova a noi che governiamo in questo momento».

L'incentivazione economica
L’intesa sottoscritta di recente da Regione e Asur con i segretari regionali dei sindacati dei medici Fimmg e Snami mira a tamponare l’emergenza della guardia medica in attesa del nuovo accordo nazionale collettivo per la medicina generale. Il protocollo fa leva sull’incentivazione economica per frenare l’uscita dal servizio dei medici demotivati dalla bassa remunerazione.

I medici che copriranno, oltre al proprio, un turno scoperto percepiranno un’integrazione oraria di 6,61 euro, ulteriori 10 euro saranno corrisposti per la copertura di più di una sede limitrofa chiusa, arrivando così ai 40 euro delle Usca.

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