Tessuti hi-tech per la danza volante: la startup di Urbino, firmata Alessandra Paoloni Casagrande, spinta dalla passione

Alessandra Paoloni Casagrande
Alessandra Paoloni Casagrande
di Eugenio Gulini
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Martedì 9 Maggio 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:14

URBINO  - Alessandra Paoloni Casagrande di Urbino, è una di quelle intraprendenti e lungimiranti persone che riescono a trasformare una grande passione in un lavoro. Grazie ha questa capacità Alessandra, attraverso una startup, è stata capace di realizzare un brand originalissime e di successo legato appunto al suo grande amore, la danza aerea. 


Dalla passione all’impresa


«Si chiama “SoArt”, e proviene dal verbo inglese to soar, librarsi.

Al verbo ho aggiunto una ‘t’ perché per me la danza aerea è arte pura. L’idea della start up è nata durante la pandemia, una fase di pausa forzata nella quale ho avuto il tempo di riflettere. Mi sono accorta, dopo anni di pratica intorno ai tessuti aerei e poi all’inizio della mia professione di insegnante di tessuti aerei, che non c’erano a disposizione capi di abbigliamento realizzato specificatamente per chi pratica questa disciplina. Così mi sono messa la lavoro. 


Alessandra si appassiona alla disciplina durante gli anni universitari venendo a contatto con questa forma di danza nella quale ci si esibisce in aria grazie all’utilizzo di attrezzi di scena quali pali, cerchi, tessuti, imbraghi, trapezi. Una disciplina che negli ultimi anni si sta facendo conoscere nel mondo della danza per la spettacolarità delle sue evoluzioni, nata però in ambito circense: «Studiavo all’Università di moda di Ancona e spinta dalla mia coinquilina, ho iniziato. E’ stato subito amore pur dovendo intraprendere un percorso complesso, fare tanti sacrifici per riuscire ad acquisire forza e apprendere più cose possibili, workshop fuori Italia, corsi da insegnante e sono andata fino a Vienna». 

La peculiarità 


Le peculiarità di questa danza, come del resto di tutte le forme della danza, è anche la sofferenza fisica. «L’aerea fa male - spiega Alessandra - procura lividi perché l’attrezzo crea nodi attorno al corpo che lo stringono, abrasioni per lo sfregamento con l’attrezzo e per questo ho pensato di brevettare in Italia un capo d’abbigliamento unico nel suo genere, capace di lenire questi fastidi. La tuta ha delle tasche interne da poter imbottire per evitare di farsi male durante l’allenamento e un tessuto altamente tecnico anti-abrasione per non bruciarsi. Ovviamente tutto made in Italy, i prototipi li ho cuciti tutti da me durante la prima quarantena perché i laboratori erano tutti chiusi.

SoArt


«Ora sto iniziando a farmi conoscere nel settore che rimane di nicchia e che giustamente è un po’ scettico ma chi prova “SoArt” difficilmente torna indietro perché supporta e protegge e la qualità e la durevolezza son davvero cose che ultimamente in giro non si trovano più». E per capire la qualità basta ricordare Ilari di Noia, 13 anni di Tavullia, bronzo all’Aquila alle gare regionali di danza aerea che in gara, indossava un modello da bambina della sua allenatrice. Ilari lo indosserà nuovamente ai campionati nazionali che si svolgeranno ad Ancona tra il 25 al 29 maggio.

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