URBINO - Ieri mattina, all’ingresso dell’ospedale di Urbino, è stato inaugurato il Giardino delle Rose in cui è stata benedetta l’opera “Il Dono” dell’artista urbinate Ermes Ottaviani. «L’opera nasce qualche anno fa dall’invito del passato presidente Aido Giovanni Vanni - ha ricordato l’artista -. Due parti si incontrano, a simboleggiare il dare e il ricevere. Ma le rose rappresentate sono tre, la terza sta a indicate gli operatori sanitari, senza i quali non si potrebbe avere questo dono».
La messa è stata celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tani «Nella giornata nazionale dei donatori d’organi siamo qui a parlare di dono - ha sottolineato il presule -. Vivere con attenzione all’altro, aiuto al prossimo è un approccio alla vita che crea la pace creandola giorno per giorno. Donare il sangue, gli organi, i tessuti è un gesto di amore».
A fine cerimonia Claudio Montalbini, responsabile comunicazione Area Vasta 1, ha consegnano attestati di gratitudine ai parenti dei donatori urbinati.
L’importanza del dono è stata sottolineata anche dal presidente della banca degli occhi di Fabriano Massimiliano Corneli e da Andrea Cani, direttore sanitario dell’ospedale di Urbino, che ha sottolineato l’importanza del lavoro pubblico per il bene collettivo. Una mattinata fatta di gesti e azioni che valgono più delle parole, come sottolineato dal sindaco Gambini:«Grazie a Aido e Avis chi passerà per l’ospedale penserà alla possibilità di un gesto importante».
Il progetto è stato seguito dal medico Silvia Andreassi, coordinatrice per la donazione degli organi dell’ospedale ducale. «Donare i propri organi per fare del bene, solamente del bene - ha evidenziato -. Chiediamo un vicendevole aiuto per continuare a garantire una speranza a coloro che continuano a soffrire. Restituire la vita. Non c’è dono più grande».
La rianimazione di Urbino nasce nel 2001. È da quel momento che si è potuto iniziare a prelevare e donare organi. «Sapere che se una vita si spegne a Urbino e se ne accende un’altra anche a centinaia di chilometri - ha sottolineato il primario di rianimazione Paolo Brancaleoni - non può che emozionare». In chiusura, un commovente intervento di Federica Corsini e Cristiana Mariotti: «Per Aido è una giornata importante. È un passaggio che dà un senso a qualcosa che non avrebbe senso. Un gesto che ci rende ancora più vicini alle persone che non ci sono più».