L’omaggio del Giardino delle Rose: «Donare gli organi segno di civiltà»

L’omaggio del Giardino delle Rose: «Donare gli organi segno di civiltà»
L’omaggio del Giardino delle Rose: «Donare gli organi segno di civiltà»
di Beatrice Giannotti
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Lunedì 25 Aprile 2022, 07:55

URBINO  - Ieri mattina, all’ingresso dell’ospedale di Urbino, è stato inaugurato il Giardino delle Rose in cui è stata benedetta l’opera “Il Dono” dell’artista urbinate Ermes Ottaviani. «L’opera nasce qualche anno fa dall’invito del passato presidente Aido Giovanni Vanni - ha ricordato l’artista -. Due parti si incontrano, a simboleggiare il dare e il ricevere. Ma le rose rappresentate sono tre, la terza sta a indicate gli operatori sanitari, senza i quali non si potrebbe avere questo dono».


La messa è stata celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tani «Nella giornata nazionale dei donatori d’organi siamo qui a parlare di dono - ha sottolineato il presule -. Vivere con attenzione all’altro, aiuto al prossimo è un approccio alla vita che crea la pace creandola giorno per giorno. Donare il sangue, gli organi, i tessuti è un gesto di amore».
A fine cerimonia Claudio Montalbini, responsabile comunicazione Area Vasta 1, ha consegnano attestati di gratitudine ai parenti dei donatori urbinati.

Hanno preso parte alla mattinata in modalità telematica Romeo Magnoni, direttore dell’Area vasta 1, convalescente a casa, e Nadia Storti, direttore generale dell’Asur, che hanno rilevato l’importanza dell’evento «per sottolineare che il gesto del dono di organi e tessuti, in un momento doloroso come la perdita di un caro, è un segno di grande civiltà».

L’importanza del dono è stata sottolineata anche dal presidente della banca degli occhi di Fabriano Massimiliano Corneli e da Andrea Cani, direttore sanitario dell’ospedale di Urbino, che ha sottolineato l’importanza del lavoro pubblico per il bene collettivo. Una mattinata fatta di gesti e azioni che valgono più delle parole, come sottolineato dal sindaco Gambini:«Grazie a Aido e Avis chi passerà per l’ospedale penserà alla possibilità di un gesto importante».


Il progetto è stato seguito dal medico Silvia Andreassi, coordinatrice per la donazione degli organi dell’ospedale ducale. «Donare i propri organi per fare del bene, solamente del bene - ha evidenziato -. Chiediamo un vicendevole aiuto per continuare a garantire una speranza a coloro che continuano a soffrire. Restituire la vita. Non c’è dono più grande».


La rianimazione di Urbino nasce nel 2001. È da quel momento che si è potuto iniziare a prelevare e donare organi. «Sapere che se una vita si spegne a Urbino e se ne accende un’altra anche a centinaia di chilometri - ha sottolineato il primario di rianimazione Paolo Brancaleoni - non può che emozionare». In chiusura, un commovente intervento di Federica Corsini e Cristiana Mariotti: «Per Aido è una giornata importante. È un passaggio che dà un senso a qualcosa che non avrebbe senso. Un gesto che ci rende ancora più vicini alle persone che non ci sono più».

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