Sant'Angelo in Vado, dose killer di eroina, arrestati tre spacciatori: tra loro anche il nipote della vittima

Sant'Angelo in Vado, dose killer di eroina, arrestati tre spacciatori: tra loro anche il nipote della vittima
Sant'Angelo in Vado, dose killer di eroina, arrestati tre spacciatori: tra loro anche il nipote della vittima
di Eugenio Gulini
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Gennaio 2024, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 12:16

URBINO - Sono accusati di aver spacciato droga ma soprattutto di aver concorso, con ruoli diversi, alla vendita di una dose letale di droga che ha ucciso un giovane di Sant’Angelo in vado. Ordinanza di custodia cautelare, arresti domiciliari, emessa dal Giudice del Tribunale di Urbino su richiesta della Procura eseguita dai carabinieri di Urbino coadiuvati dai cani antidroga del Comando Provinciale.

Il fatto

Arrestate tre persone residenti nell’entroterra: nel caso del decesso avrebbero spacciato eroina ad un uomo, poi deceduto nello scorso febbraio quando, nel Comune di Sant’Angelo in Vado, i carabinieri della locale Stazione, intervennero per la morte di un uomo, deceduto all’interno della propria abitazione per arresto cardiaco.

Allora a chiamare i soccorsi era stato il nipote, in sua compagnia nei tragici attimi. La sua presenza aveva subito insospettito gli inquirenti. Già i primi accertamenti misero in luce l’uso, prima del decesso, di eroina. L’ispezione del telefono cellulare acuì ulteriormente i sospetti de carabinieri che notarono la completa cancellazione di chat e telefonate di quel giorno. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Urbino, si sono indirizzate da subito sull’ipotesi che la morte fosse stata causata da overdose di sostanza stupefacente, ipotesi confermata dagli esiti dell’autopsia. Sono stati, dunque, svolti una serie di accertamenti e attività tecniche, al fine di individuare chi avesse consegnato all’uomo la dose letale. Nella casa del deceduto, al tempo, erano stati ritrovati dei residui della sostanza stupefacente posati su una classica schedina utilizzata per le scommesse. Una indicazione che ha portato i carabinieri direttamente in una sala scommesse della zona assiduamente frequentata da un uomo noto ai carabinieri per precedenti legati allo spaccio. L’uomo inoltre aveva assidui rapporti con il nipote della vittima. La dose letale sarebbe stata ceduta alla vittima proprio dal nipote che a sua volta l’aveva acquistata, poche ore prima, dall’uomo individuato, un 44enne originario della provincia.

I carabinieri, grazie a intercettazioni ed all’analisi di decine e decine di tabulati telefonici, sono riusciti ad arrivare al gradino più alto della filiera dello spaccio. È stata infatti individuata la figura di un 26enne nord africano, noto agli inquirenti per la capacità di muovere considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti. Gli investigatori hanno raccolto elementi investigativi utili ad attribuire a quest’ultimo l’utilizzo di alcune schede sim intestate a prestanomi, le cui telefonate intercettate ed i relativi riscontri testimoniali, consentivano di attribuirgli decine di cessioni di stupefacenti a persone della zona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA