Unione Montana Alta Valle del Metauro: «Riceci, ambito e Fano-Grosseto così non va, lascio la presidenza»

Unione Montana Alta Valle del Metauro: «Riceci, ambito e Fano-Grosseto così non va, lascio la presidenza»
Unione Montana Alta Valle del Metauro: «Riceci, ambito e Fano-Grosseto così non va, lascio la presidenza»
di Eugenio Gulini
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Sabato 6 Gennaio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:16

URBANIA «Carissimi sindaci»: inizia così la lettera di Fernanda Sacchi con la quale presenta le sue dimissioni dall’incarico di presidente dell’Unione Montana Alta Valle del Metauro. Dimissioni che arrivano alla fine di una serie di disaccordi su temi centrali. La lettera è l’occasione per mettere nero su bianco le sue rimostranze ma anche le priorità dei suoi sei anni di presidenza.

I compiti

«Ho sempre valorizzato sia piccoli che grandi comuni, come parte integrante e risorsa per l’Unione, con decisioni eque per tutti; non sono mai esistiti campanilismi capaci di condizionare le mie scelte».

Fernanda Sacchi decise di accettare la presidenza «in un momento difficile» (ottobre 2017, con la votazione a maggioranza della sfiducia a Romina Pierantoni attuale primo cittadino di Borgo Pace grazie al supporto dell’indimenticato Daniele Tagliolini e di Marco Ciccolini, sindaco di Urbania. Il primo «un amico vero dentro e fuori il circo della pubblica amministrazione, con il secondo «siamo andati nella stessa direzione, quella che portava al bene dell’ente».

La decisione delle dimissioni è maturata per «la vicenda della Fano - Grosseto, la non posizione dell’Unione su Riceci e, la ciliegina sulla torta, il piano d’ambito dei rifiuti. Dopo la mia votazione contraria è arrivata la lettera da Mms che non sarebbero state trasferite le risorse che l’Unione doveva avere. Non sposso essere sicura che sia riconducibile alla mia votazione ma dei dubbi li ho avuti. Non mi sono mai sentita in colpa, ma preoccupata sì, e tanto. Quando si parla di rispetto e di attacchi ci si rivolge alla carica, ma spesso si colpisce la persona. Mi dicono di telefonate intercorse, dove si farneticava sul mio intervento nei giornali su Riceci. Non mi sarei dovuta permettere di uscire sui giornali perché Presidente dell’Unione, un’Unione socia di Mms. Mi si imputa la presunta colpa di essere stata onesta, coerente e trasparente? Questa sarebbe una sorta di mancanza? Come ognuno di voi, ho il mio passato, il mio trascorso politico, come ognuno di voi ho una mia identità: forse questo per ognuno di noi rappresenta una colpa? Riunioni di partito dove si sono sbattuti pugni sui tavoli urlando che l’Unione era di sinistra facendo trapelare che anche la sottoscritta lo era. Questo perché? Perché ho sempre cercato di mediare tra grandi e piccoli. Sentire sindaci che parlano “dei piccoli comuni come di un peso” è inconcepibile.

La rabbia

«Sentire parlare solo ed esclusivamente di soldi divisi, di soldi mancanti e mai di ciò che ha fatto in concreto l’Unione, rappresenta per l’intera Unione un’offesa, una volgare offesa. Vogliamo parlare dell’intervento nella tv locale dell’allora vice presidente (Maurizio Gambini sulla questione nomina Atc? Un intervento capace di trasgredire le più ovvie e basilari logiche del buon senso, prima che della correttezza. Mettere in discussione ripetutamente l’operato, le scelte, sempre condivise in Giunta e in Consiglio, non è quello che mi aspetto dall’Unione. Se si vuole attaccare il presidente lo si attacca, questo è lecito nella dialettica democratica, se le ragioni partono da presupposti marci, tutto ciò che ne viene è marcio.

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