FANO - Un lungo post su Facebook per attaccare la lentezza del pronto soccorso di Fano («ma il personale presente non c'entra nulla») e, in generale, la sanità marchigiana «che con quasi l'80% del bilancio regionale» non ha poi «medici del pronto soccorso per visitare la gente nell'ospedale della terza città delle Marche». A scriverlo non è un cittadino qualunque ma l'ex deputato (eletto nel 2008 e 2018 con la coalizione di centrodestra) Rodolfo Paolini, leghista della primissima ora, già capogruppo a Montecitorio della giunta per le autorizzazioni a procedere e della II commissione giustizia, più volte candidato alla presidenza della Regione Marche nonché commissario federale della Lega Nord Toscana e segretario del Carroccio in Umbria.
Il faccia a faccia con la nostra sanità pubblica
Paolini ha toccato con mano, suo malgrado, la situazione della sanità pubblica marchigiana e nel dettaglio quella dell'ospedale di Fano. «Mia madre è caduta sulle scale e ha qualche acciacco e una ferita - racconta - Andiamo al Pronto Soccorso di Fano neanche tanto affollato e da 4 ore non è stata visitata da un medico, come tanti altri presenti. E' arrivata ora una signora da Pergola che - essendo stato chiuso lì il Pronto Soccorso, ha dovuto portare la persona interessata a Fano - in ambulanza, cosa che ha richiesto ovviamente circa 45 minuti. E ovviamente e giustamente è entrata per la visita». Il racconto social ha innescato una serie di commenti a cui Paolini non si è sottratto, anzi. C'è chi, infatti, ha attaccato frontalmente l'assessore Saltamartini: «Ma come, lui dice che la sanità nelle Marche funziona perfettamente, non è così?» ha scritto una ragazza. «Se non trovi e togli le cause del cancro, anche se lo asporti in un punto ricompare in un altro - ha risposto Paolini - Non è colpa del chirurgo ma di chi non vuole vedere le cause profonde».
L'infortunio della madre
«Premesso che mia madre non è grave, a parte un po' di ematomi su gambe, testa costole e un taglio di circa 3 cm sul dito mignolo, che andrà suturato con dei punti, che sicuro c' è chi sta peggio - ha spiegato Paolini - e fermo restando che il personale presente con c'entra nulla». Poi, è tornato alla carica: «Ma se eravamo a Frontino o Scheggia che succedeva? - incalza Paolini - Ma è mai possibile che qualche fenomeno di dirigente strapagato ha creato un meccanismo per cui un medico di pronto soccorso che va a lavorare per una Coop prende anche 3 volte di più e - mi dice una signora qui - si può pure scegliere i turni?». Sì, può farlo. E questo accade ormai regolarmente anche in altre strutture (leggi qui).
La proposta
Poi, la proposta dello stesso Paolini: «Ma se ai medici del pronto soccorso "di ruolo" li pagassi tre volte oppure obbligassi le coop o società private che vogliono lavorare col pubblico a garantire almeno uno o due giorni a settimana al pronto soccorso, a prezzo standard, sennò niente appalto, il problema si risolverebbe o no?».
La premessa, scritta in coda, è però che «io non mi intendo in modo approfondito di sanità.
Tutto «a post»
Il post, ovviamente, ha fatto discutere. Anche perché le parole sono state scritte da chi è stato per tanti anni un rappresentante delle istituzioni, eletto nelle file della Lega, e vive in una regione che da tre anni è governata dal centrodestra. I commenti degli utenti al suo post, fermo restando la piena solidarietà verso la situazione della madre, spaziano così dal «a Rimini è peggio» ad «hai provato di persona la realtà del nostro paese» ma anche «provi a fare una ecografia, a me l'hanno fissata per il 2024» fino a «me li ricordo benissimo in campagna elettorale Acquaroli e la Meloni davanti l'ospedale di Fossombrone - scrive una signora - a convincere la gente a votarli perché con loro anche la sanità sarebbe migliorata» o, di contro, «capisco che i danni delle vecchie giunte erano molteplici - ribatte un'altra signora - ma credo che sia mancato il coraggio sul sostituire i dirigenti che avevano contribuito allo sfacello della sanità Marchigiana».
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