PESARO - Salva madre, figlio e suocera dall’ira del marito. Un gesto importante, ma gli è costato una costola rotta e 30 giorni di prognosi. Tardo pomeriggio di sabato.
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Nella tranquilla via Ferraris, zona piazza Redi a Pesaro, l’attenzione di un agente della polizia penitenziaria libero dal servizio è stato attratto da delle urla.
A raccontarlo è Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. «Si è trattato di un brutto episodio di violenza, dove un poliziotto penitenziario è intervenuto per sedare una lite familiare ed ha subito la frattura di una costola dopo essere stato colpito da un uomo. Il nostro collega, Sovrintendente Capo coordinatore in servizio nel carcere di Pesaro, è immediatamente intervenuto e, qualificatosi, si è frapposto tra le persone, chiedendo nel contempo il supporto operativo di altre Forze di Polizia». L’agente ha cercato di far desistere il moldavo dopo averlo visto spingere la suocera. Così gli ha chiesto i documenti ma l’uomo per tutta risposta ha iniziato a minacciare e intimidire il poliziotto. In un promo momento si è allontanato, ma subito dopo è ritornato sul posto. Era in evidente stato di ebrezza e si è scagliato contro le donne. Il poliziotto, per evitare un contatto fisico per la tutela fisica delle signore e del bambino, ha cercato di mettersi in mezzo per separarli, ma il giovane lo ha colpito violentemente con dei pugni alle costole.