Pesaro, case e negozi nei due palazzi della Provincia ma gli architetti dicono no alla scelta: appello per salvare gli edifici di viale Gramsci

Pesaro, case e negozi nei due palazzi della Provincia, ma gli architetti dicono no alla scelta: appello per salvare gli edifici di viale Gramsci
Pesaro, case e negozi nei due palazzi della Provincia, ma gli architetti dicono no alla scelta: appello per salvare gli edifici di viale Gramsci
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 07:28

PESAROFidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. E quattro architetti scendono in campo per difendere i palazzi della Provincia che, si ipotizza entro l’anno, lascerà i suoi storici uffici di viale Gramsci. L’ente li metterà in vendita a un prezzo di mercato e, proprio per questo, ha richiesto al Comune una variante al Piano regolatore generale (dalla Conferenza di servizi è arrivato il primo via libera insieme alle prescrizioni della Soprintendenza) che permetta di allargare la destinazione urbanistica in vista di una trasformazione dell’immobile anche in appartamenti, negozi, studi professionali.

Il patrimonio

Scenari futuri arrivati come fumo negli occhi di questo gruppo di battaglieri professionisti che hanno addirittura paventato la distruzione degli edifici.

Una zona “identitaria” del centro storico di epoche diverse, il palazzo più recente con lo “specchio” delle vetrate è degli anni ’60, mentre il complesso ”vecchio” rappresenta la parte storica e tutelata, anche per la presenza di antichissimi mosaici del I-II sec. d.C. visibili nella saletta espositiva e resti archeologici sotto la corte interna. Un vincolo che dovrebbe essere da solo garanzia per la tutela del valore storico e architettonico. La Soprintendenza ha anche richiesto che si conservi l’uso pubblico della sala consiliare Pierangeli all’ingresso ed esprimerà un parere sul progetto finale di trasformazione. Ma tant’è. E mentre sale l’allarmismo, i vertici della Provincia sono dunque in attesa della variante affinché il Comune allarghi il ventaglio del Prg: non solo servizi e uffici amministrativi, ma anche residenziale, terziario e commerciale, per rendere l’edificio più appetibile ai potenziali imprenditori a caccia d’affari. Si procederà poi alla stima del valore immobiliare per mettere quindi i due palazzi sul mercato.

Lo staff

Nel frattempo sono ancora in corso le trattative dell’Amministrazione di viale Gramsci per la nuova sede dei suoi uffici, individuata nel complesso dell’ex Banca d’Italia in via Rossini. Al grido di ”Salviamo il palazzo della Provincia”, lo staff di architetti pesaresi, strenui difensori delle testimonianze del passato, si è fatto paladino della conservazione dei due edifici che, avendo ormai oltre 60-70 anni, rivestono in ogni caso una testimonianza di Pesaro da preservare. La levata di scudi va in scena questa mattina alle 11 nella sala Rossa del Comune. «Si affronterà il tema della salvaguardia dal rischio della trasformazione di destinazione d’uso dell’edificio, alla luce della discussione in consiglio comunale sull'adozione della variante sostanziale al Prg». Firmato dagli architetti Alessandro Ceccarelli, Paolo Marconi, Achille Paianini e Clara Tarca. È ovvio che non si possa distruggere neppure il palazzo più recente, opera del noto architetto romano Filippo Sbardella, coadiuvato dall'ingegnere Leopardo Cioppi e dall’architetto Celio Francioni, entrambi pesaresi. Anche l'Ordine degli architetti di Pesaro Urbino si è dichiarato assolutamente contrario alla demolizione perché i palazzi rivestono un valore storico per la città.

La confusione

«Nella confusione che regna a Pesaro sui beni culturali - commenta Roberto Malini del comitato “Pesaro città d’arte e cultura” -, l’architetto Achille Paianini fa bene a evidenziare il valore e i vincoli del complesso di viale Gramsci. Non si sa mai. Pensiamo a quel che è successo alla "Ragnatela" di piazza del Popolo, 400 anni di storia andata in polvere. Oppure alle ceramiche che incorniciavano, fino allo scorso anno, la casa di Ferruccio Mengaroni in via Castelfidardo, distrutte dal nuovo proprietario. E all'ex cinema Duse, smembrato e in attesa di demolizione».

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