Pesaro, gli ambulanti del centro protestano: «Il mercatino di Natale è un villaggio cantiere, noi siamo prigionieri»

Pesaro, gli ambulanti del centro protestano: «Il mercatino di Natale è un villaggio cantiere, noi siamo prigionieri»
Pesaro, gli ambulanti del centro protestano: «Il mercatino di Natale è un villaggio cantiere, noi siamo prigionieri»
di Letizia Francesconi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Gennaio 2024, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:07

PESARO Più che un Villaggio di Natale, quello di piazza del Popolo sembra un “villaggio-cantiere”. Gli ambulanti delle casette di legno si sentono “prigionieri” notando che tra il prima e il dopo CaterCapodanno ci sono state tutta una serie di operazioni di montaggio prima e di smontaggio poi, di strumentazione, attrezzatura e impianti attorno al maxi palco. E non è mancata la delusione perchè senza pista di ghiaccio, quest’anno a piazzale Matteotti, c’è meno gente che gravita attorno alla piazza e, escluso lo spettacolo di San Silvestro, le altre iniziative non sono state ad effetto traino. 

«Piazza del Popolo ci è stata venduta come villaggio natalizio ma da dopo Natale è stata un cantiere a cielo aperto – commenta Katya Rio, ambulante riccionese con la sua casetta di cappelli, mantelle e accessori – il tutto fra transenne, percorsi vietati, scarsa comprensione di tecnici, materiali edili ovunque, furgoni e il via e vai degli autoarticolati per il carico-scarico. Di fatto una piazza parzialmente praticabile, soprattutto per le casette come la mia, più vicine alla grande cupola. Si è speso una certa quota per avere una casetta dentro ad un villaggio di Natale e invece ci si ritrova con una casetta in legno dentro ad un cantiere. Comune e agenzia organizzatrice potevano concordare con noi ambulanti tempi e modalità, creando il minor disagio possibile».

Il futuro

Gli ambulanti guardano già al prossimo Natale e chiedono all’ufficio comunale Attività Economiche e allo staff Pesaro nel Cuore, di rivedere il bando per l’affidamento e la gestione del mercatino natalizio, riportando la pista di pattinaggio nella sua naturale collocazione, la piazza. Sono 19 le casette di legno presenti, il costo che ogni ambulante ha corrisposto all’agenzia gestore Promo D è di 2 mila 350 euro per tutto il periodo compreso dal 26 novembre al 7 gennaio.

A sentire le voci degli esercenti come Teresa, che ha una casetta dolciumi e torroni artigianali, per giorni l’Amministrazione ha sacrificato la piazza, e nel periodo di maggior lavoro per gli ambulanti, dandone un’immagine ben poco attrattiva.

Che cosa non va

«Anche oggi (ndr ieri per chi legge) – prosegue Katya Rio – diversi gruppi in vacanza a Pesaro si sono chiesti un po' perplessi, se proprio questa fosse piazza del Popolo. Gruppi di turisti disorientati, costretti a fare lo slalom fra le transenne, non sapendo bene dove accedere e sentendosi anche riprendere dagli operai al lavoro». «Senza la pista di pattinaggio non vendiamo guanti – commenta rammaricata Gabriella, nella casetta che vende sciarpe, cappelli di tessuto, lana, misto lana e accessori - quest’anno tutte le casette, accusano l’assenza della pista al centro della piazza. Il palco? Senza dubbio un’idea originale ma alle 20, e salvo l’evento di Capodanno e i weekend, i mercatini chiudono i battenti perché restano poche presenze. Perché invece quel palco non è stato sfruttato come meritava, anche nei giorni feriali, magari con esibizioni di band locali o giovani allievi del Conservatorio?». «Grande palco sì – rimarca Teresa esercente di dolciumi artigianali - ma dal lunedì al venerdì zero animazione e zero eventi. Indipendentemente dalle risposte che ci vengono date da Comune o dagli assessori competenti, dopo l’exploit e i grandi numeri dell’inaugurazione e dell’accensione delle luminarie la piazza si è spenta fino a Capodanno». A chiudere il cerchio c’è anche Lara, gestore di Pesaro on Ice. «Fino ad un anno fa, con la pista in piazza, tutti ci davamo una mano, noi e gli ambulanti. Quest’anno ormai è andata così, i tecnici comunali hanno comunicato dopo varie opzioni, la scelta di piazzale Matteotti, e non c’è stata possibilità di concordare diversamente».

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