Pesaro, il maxi cantiere del San Domenico verrà sorvegliato dagli archeologi

Il maxi cantiere del San Domenico verrà sorvegliato dagli archeologi
Il maxi cantiere del San Domenico verrà sorvegliato dagli archeologi
di Miléna Bonaparte
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Domenica 18 Febbraio 2024, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 12:04

PESARO Arrivano gli archeologi a sorvegliare il cantiere del San Domenico dove, a fine gennaio, è cominciata l’operazione di recupero dell’ex convento duecentesco, finanziata dagli oltre 8 milioni di cui 7.600.000 euro di fondi Pnrr. È stata la Soprintendenza a richiedere il loro intervento fin dall’inizio. Per la precisione quando ha espresso parere favorevole al progetto definitivo-esecutivo durante la conferenza dei servizi dello scorso aprile. Un via libera a condizione di rispettare alcune prescrizioni, tra le quali appunto quella del super controllo. Del resto è una prassi abituale per la Soprintendenza vigilare sullo sterro delle fondamenta in aree urbane di interesse storico dove potrebbero emergere reperti e antiche rovine.

La mission

Il Comune quindi, insieme all’apertura del cantiere dei lavori, dopo il trasferimento dello storico mercato delle erbe e dei suoi commercianti in via Gavardini, ha affidato la mission della “Sorveglianza archeologica agli scavi”, per un compenso di 10.370 euro, allo studio specializzato “Tecne” di Riccione.

Un’assegnazione diretta, senza gara, per i tempi stringenti dettati dai fondi europei e l’importo al di sotto dei limiti previsti dal codice degli appalti. La Soprintendenza ha disposto che “siano aperti dei saggi (cioè dei varchi nel terreno per fare le indagini) in numero e ampiezza adeguati per accertare l’eventuale presenza di strutture archeologiche”.

Le disposizioni

E inoltre che ”tutte le operazioni di scavo previste (rinforzi strutturali, sotto-servizi, impianti meccanici e idrici, pubblica illuminazione) vengano condotte sotto l’occhio vigile e la direzione scientifica della Soprintendenza, attraverso l’intervento di archeologi in possesso dei requisiti necessari a operare sui beni culturali”.

Le spese sono a carico della stazione appaltante del Comune. Va da sé che per la realizzazione di lavori pubblici in aree di interesse archeologico è necessario procedere alla verifica preventiva al fine di valutarne l’impatto: i saggi archeologici permettono appunto la ricognizione diretta, puntando la lente d’ingrandimento nel sottosuolo. E chissà se ci saranno sorprese.

La tempistica

Sul fronte invece della tempistica europea legata al Pnrr, dopo la scadenza già rispettata dal Comune del 30 luglio per l’appalto dei lavori, dal Ministero è stato inserito il termine intermedio del 30 settembre 2024 entro il quale l’impresa dovrà aver realizzato almeno una percentuale pari al 30% delle opere progettate. Resta infine il 31 marzo 2026 come scadenza ultima per il collaudo e la chiusura dell’intervento. Il recupero del San Domenico è finalizzato al riuso come campus universitario, piazza-agorà per attività culturali, spettacoli ed eventi, nell’area coperta tornerà il Mercato delle erbe e si apriranno locali per aperitivi o cene, con un nuovo ingresso in via Giordano Bruno che, recuperata dal degrado, farà da pendant con la storica facciata di via Branca.

Il restyling

I lavori di restyling sono realizzati dal “Consorzio fra cooperative di produzione e lavoro Conscoop” di Forlì, mentre il progetto definitivo-esecutivo è stato redatto dal gruppo composto dalla società di architettura e ingegneria Canali associati di Parma (uno degli studi più autorevoli a livello nazionale, specializzato nella rivalutazione di aree degradate) e la società Giannantoni Ingegneria di Foligno per le opere strutturali, ai quali si sono affiancati altri raggruppamenti di imprese e liberi professionisti.

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