Patrizia Cantori raggiunge la sua Sofia
"mamma coraggio" vinta dalla malattia

Patrizia Cantori raggiunge la sua Sofia "mamma coraggio" vinta dalla malattia
di Stefano Mascioni
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Sabato 14 Luglio 2018, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 11:32
PESARO - Mamma coraggio ha raggiunto la sua amata Sofia. Giovedì sera, Patrizia Cantori si è arresa alla leucemia contro cui lottava da tempo, ma che non le ha impedito fino all’ultimo di dedicarsi alla sua missione: migliorare le condizioni di vita dei disabili. Perché mai la definizione di “mamma coraggio” è stata più appropriata: Patrizia Cantori ha combattuto tutta la sua vita come una guerriera instancabile sfidando la vita e le sue avversità.
Non si è mai arresa al dramma che ha sconvolto la sua famiglia e l’amatissima figlia Sofia che, nata sana ma con una rarissima malformazione celebrale, all’età di 3 anni e mezzo è stata condannata da un’emorragia, che all’improvviso, da un giorno all’altro, le ha praticamente tolto la vista, la parola, la mobilità. Una maledizione che avrebbe scoraggiato chiunque, ma che ha invece unito il babbo Walter Rondina e mamma Patrizia in una lotta assoluta, che rendesse la vita di Sofia la migliore e la più dignitosa possibile. Un impegno autentico, inarrestabile, contagioso, che ha vissuto pagine di umanità vera.
 
Come quando, a Natale del 2008, gli operai della Scavolini, colleghi di entrambi i genitori di Sofia, decisero di rinunciare al cenone di Capodanno, alla tombola e a tutti i festeggiamenti che ogni anno il colosso delle cucine organizza per fare gli auguri alle centinaia di dipendenti, per destinare i soldi risparmiati alle costossime cure della bambina. E poi concerti, raccolte fondi, incontri, mamma Patrizia non ha mai ceduto di un millimetro di fronte al dramma che la stava consumando. Anche se i costi per le cure erano proibitivi per una coppia di operai, ha sempre lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Il conto per una terapia sperimentale americana scoperta nel 2008 era di 200.000 euro, ma grazie al primo gesto degli operai Scavolini, era partita la gara della solidarietà.

Durante le partite delle squadre Scavolini di basket e volley si raccoglievano fondi, venivano coinvolti personaggi noti come l’artista Giuliano Vangi, che donò 32 acqueforti, e Paolo Cevoli di Zelig che dette risalto mediatico alla vicenda, tanto che in qualche settimana si raccolsero i primi 100.000 euro per far volare Sofia negli USA per un primo trattamento. Ma l’impegno era anche per le famiglie che stavano vivendo lo stesso dramma, e così nel 2009 i coniugi Rondina crearono l’Associazione Voci su Voci insieme ad un gruppo di genitori pesaresi che hanno in casa disabili sensoriali sia visivi sia uditivi e vivono gli stessi problemi. Una forza che unisce, ma un colpo durissimo arrivò a novembre 2016, con la morte di Sofia a soli 15 anni. Per Sofia i due genitori avevano cambiato casa, da Montelabbate a Borgo Santa Maria, realizzando un’abitazione a misura della figlia.

Un dolore enorme, ma l’animo di Patrizia Cantori, nonostante la malattia personale, ha continua la sua opera di volontariato, e l’ultimo atto è la donazione alla città di Pesaro di un’altalena per disabili, installata al parco Maestri del lavoro lo scorso 2 giugno. Un’operazione resa possibile anche grazie alla vendita del libro di fiabe per bambini “Non si era mai vista una cosa così” scritto e realizzato da Silvana Tamburini e Bruna Marchetti. Appena si è diffusa la notizia della morte il suo profilo Facebook è stato inondato di messaggi di cordoglio.
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