La settimana corta bocciata dai presidi pesaresi: «Lezioni il pomeriggio, sarebbe il caos»

La settimana corta bocciata dai presidi pesaresi: «Lezioni il pomeriggio, sarebbe il caos»
La settimana corta bocciata dai presidi pesaresi: «Lezioni il pomeriggio, sarebbe il caos»
di Miléna Bonaparte
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Martedì 18 Ottobre 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:12

PESARO «Niente scuola il sabato? Per gli studenti sarebbe il caos, mancano i trasporti e le mense per recuperare le ore di lezione il pomeriggio». Non sarebbe intransigenza, quella dei presidi, ma realismo, però «se si deve fare si farà, ne abbiamo viste tante». Il risparmio sui costi impazziti del riscaldamento e della luce nei licei e negli istituti tecnici e professionali deve fare i conti con la settimana corta, la didattica a distanza, i collegi dei docenti e le riunioni con i genitori online, la chiusura di alcune aule, le palestre a ranghi ridotti. 


I due fronti


Da una parte la Provincia, che ha in mano il termostato delle caldaie, annuncia che riesce a pagare le bollette solo fino a dicembre e spegnerà tutto entro le 17, abbassando di un grado o due le temperature. Dall’altra i dirigenti scolastici, che devono garantire le ore di lezione e non vogliono penalizzare gli studenti, attendono di essere convocati dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini per «decisioni condivise, ma soprattutto mirate». Ogni preside ha la sua visione dei possibili tagli da realizzare contro il caro energia, perché gli edifici sono diversi tra loro, dal punto di vista dei consumi, dell’isolamento termico e dell’utilizzo delle fonti alternative. 


Il ritornello


Ma il refrain dei capi d’istituto è uno solo: cinque giorni di lezioni e attività pomeridiane comporterebbero troppi problemi logistici, mentre la didattica a distanza è una soluzione improponibile. Il Liceo classico Mamiani conta 2.150 studenti, divisi nei tre plessi di viale Gramsci, Campus e nuovo Morselli, che arrivano dalle zone interne, da Fano e dalla Romagna: «Se si chiude il sabato e dobbiamo allungare le lezioni di pomeriggio - lancia l’allarme il preside Roberto Lisotti - non ci sarebbero i mezzi pubblici per riportare a casa i ragazzi e poi quali soluzioni adottare per il pranzo?
« Il problema non è semplice, tutto va definito in assemblea con la Provincia, ma se ci spengono le caldaie alle 17 dovremo riorganizzare tutto».

Al Campus, dove c’è molta dispersione termica, è noto che si passa dall’effetto serra d’estate al gelo nelle aule meno esposte al sole. Mentre al nuovo Morselli le tecnologie green per il risparmio energetico «devono essere ancora collaudate», dice Lisotti.


Comunicazioni mancate


Al Liceo artistico Mengaroni, la preside Serena Perugini mette in chiaro che «non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione dalla Provincia. La settimana corta è molto difficile da attuare, abbiamo 35 ore di attività didattica settimanale, i recuperi pomeridiani sono impossibili, il 60% dei nostri studenti viene da lontano e non ci sono i mezzi pubblici e le mense a prezzi economici. Sarebbe meglio allora, nei mesi più freddi, ricorrere alla dolorosa didattica a distanza il sabato». Ha già sollecitato un incontro in Provincia Riccardo Rossini, neo dirigente dell’Istituto agrario Cecchi e alla guida dell’associazione dei presidi delle Marche: «La strategia del risparmio energetico non può essere uguale in tutte le scuole - precisa -, servono interventi calati nella specificità di ciascuna. Il Cecchi, per esempio, è un istituto compartimentale, diviso in settori termici con caldaie autonome, ci sono le aule sopra la mensa, quelle nei container, gli spazi nella villa. Si potrà quindi ottimizzare e razionalizzare con maggiore facilità, spegnendo solo in un’ala. Ma le economie della Provincia vanno fatte consultando prima i presidi». Dal 2015 l’Istituto professionale alberghiero Santa Marta è l’unica scuola a fare già la settimana corta.


Progetti impossibili


«Per quanto riguarda invece la didattica a distanza non se ne parla - mette in chiaro il preside Roberto Franca -, inoltre per noi i laboratori sono fondamentali e l’attività pomeridiana è difficilmente eliminabile perché tre volte alla settimana abbiamo corsi serali pratici, dalle 18 fino alle 23. Contro gli sprechi sarebbero invece opportuni interventi strutturali, come pannelli solari, impianti fotovoltaici e nuovi infissi per l’isolamento termico». Presidi in fermento, dunque, tutti che attendono con ansia il faccia a faccia con la Provincia. 

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